Sono circa le 22 passate, e davanti a me vedo tante mani in aria, con i pollici incrociati a formare una "W", la sigla per indicare il Wu Tang Clan, storico collettivo hip hop che più ha influito la scena mondiale e che tutt'ora troviamo in attività. Di tutti i componenti delle crew, i Magazzini Generali di Milano hanno avuto l'onore di ospitare Corey Woods, in arte Raekwon the Chef.

L'esibizione dell'MC è iniziato con il pezzo più classico del suo gruppo, la famosissima C.R.E.A.M. canzone facilmente considerabile una pietra miliare di questa cultura.

Il live avanza in modo graduale, tra classici di repertorio da solista, e quelli con il suo team, ma senza mai annoiare: e nell'intervallo che separa una canzone dall'altra, l'americano si diverte ad abbozzare qualche parola in italiano, cosa che diverte molto il pubblico.

Intorno alle 23 per spezzare il ritmo dello showcase, Raekwon chiede al suo collega in consolle, di fare un po' di dj-set con le hit più famose dell'old school della musica rap, come ad esempio "Human Beat Box" dei Fat Boys.

Il momento più bello però arriva poco dopo, quando l'artista decide di dedicare un momento a Nate Dogg, straordinario cantante che da poco è venuto a mancare.

E' una cosa che mi ha colpito molto, facendomi capire lo spessore umano del rapper newyorkese, e quanto questa cultura, generi rispetto verso eventi del genere: non sono in tanti infatti, gli artisti che interrompono uno spettacolo per loro oltreoceano, al fine di commemorare la dipartita di un collega.

Verso la fine dello spettacolo, come ogni "signore" che si rispetti, Raekwon stappa una bottiglia che poi decide di offrire al pubblico: dimostrazione che anche un mostro sacro come lui, appartenente al collettivo che più ha contribuito a questa musica con un'immensa discografia e per le evoluzioni stilistiche apportate al rap, sia comunque dotato di quella familiarità e confidenza di un amico, da far sembrare noi suoi ospiti, invece del contrario.