facebook  twitter  vimeo  YouTube  

Menu

L’ammutinamento del Bouncin’ è la rivolta a bordo di una nave, il rap italiano appunto: parola di Murubutu!

Murubutu

Murubutu, rapper e professore di Reggio Emilia, è fuori con il suo album “Gli ammutinati del Bouncin’ ovvero mirabolanti avventure di uomini e mari” e noi di HIPHOPREC.com ne abbiamo approfittato per scambiare quattro chiacchiere assieme a lui.

1. Ciao Murubutu. “Gli ammutinati del Bouncin’ ovvero mirabolanti avventure di uomini e mari” è il tuo nuovo album. Come sempre i tuoi dischi vanno oltre i canoni del rap, avvicinandosi in modo totale alla letteratura.

Questo album vuole essere come un arcipelago, è immerso nell’acqua ed è composto da tante tracce che sono come isole, ognuna con una sua identità, un ambiente tipico (come le Eolie per esempio), le sue storie, i suoi abitanti. Chi ascolta questo disco può visitarle in una successione così come in un viaggio e al ritorno porterà a casa non solo ricordi ed emozioni ma anche qualche nuova conoscenza e certamente il rumore del mare come sfondo.

2. Particolare il gioco di parole Bouncin’/Bounty. Cosa ti ha portato a fare questo accostamento con lo storico film, Gli ammutinati del Bounty?

L’accostamento è ovviamente in primo luogo con il libro di Verne da cui le varie trasposizioni cinematografiche. Il titolo del disco è un dichiarazione di intenti di chi non vuole porsi al di fuori del rap italiano ma vuole dargli un forte stimolo affinché si emancipi dalle stereotipie compulsive  che lo segnano pesantemente sia nel mainstream che nell’underground, spesso a livello di suono ma soprattutto di testi. L’ammutinamento del Bouncin’ è la rivolta a bordo di una nave, il rap italiano appunto, che segue una rotta musicale prestabilita cui la maggioranza  obbedisce, dove gli insorti si ribellano alle coordinate ufficiali di navigazione e se ne impossessano cambiandone la direzione.

3. Quali sono gli scrittori a cui più ti sei ispirato per realizzarlo?

Narratori molto diversi come Verne, Sepulveda, Sarabia ma anche Pavese, Charrière e come sempre Marquez  e Zola.

4. Qual è la traccia al suo interno a cui ti senti maggiormente legato?

Probabilmente Marco gioca sott’acqua perché è forse la canzone più profonda dell’album, in cui ho provato a evolvere ulteriormente il livello di equilibrio fra scrittura, interpretazione, melodia, contenuto e soprattutto comprensibilità. Quest’ultimo punto per me è fondamentale, ci tengo che i miei brani trasmettano una grande complessità sia stilistica che concettuale ma lo facciano in un modo comprensibile alla maggioranza, è una sfida con me stesso, anche quando hanno un doppio livello di lettura (come anche Quando venne lei)

5. C’è un filo conduttore rispetto ai tuoi album precedenti o questo è un capitolo a parte della tua discografia?

C’è sicuramente un filo conduttore: si tratta sempre di una raccolta di rapconti che privilegiano l’analisi delle relazioni umane, dei vissuti storicizzati, di temi originali . In questo caso ho provato a fare uno scatto ulteriore a livello narrativo vincolandomi ad un comun denominatore decisamente macroscopico quale è il mare . Chi ha già ascoltato il disco mi ha detto che la continuità rispetto ai lavori precedenti è forte anche se in molto hanno notato un miglioramento sia a livello di produzioni che di mixaggio. 

6. Ormai in molti in Italia confondono le parole rap e hip hop. Secondo te, cosa si dovrebbe fare per rendere questa cultura più rispettata nella nostra nazione?

Questa è una domanda oceanica, penso che il modo migliore perché la cultura hip hop venga rispettata sia tramandarla nel rispetto delle radici ma senza arroccarsi su posizioni ultraortodosse. La commercializzazione eccessiva nuoce a questa cultura tanto quanto le preclusioni di chi si ritiene depositario della purezza del genere. Questo è un discorso che vale anche per fenomeni molto più ampi. Un buon atteggiamento di chi vuole il bene dell’hip hop è, a mio avviso, non discutere ad nauseam su cosa sia e cosa non sia hip hop.

7. Dopo questo album, hai già in mente dei progetti per il futuro?

Per il futuro immediato voglio sicuramente realizzare tante collaborazioni che ho promesso e che sono in attesa da tempo. Ci tengo moltissimo poi a collaborare alla realizzazione degli album solisti dei miei soci de La Kattiveria: quello de Il tenente (che è praticamente finito), di U.G.O., di Yanez Muraca  e il mixtape di Dj Caster.

8. Info, contatti e saluti.

Un saluto a voi, a chi mi sostiene e a tutti gli artisti che hanno collaborato a questo album. Pe informazioni, acquisti e live: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.,www.lakattiveria.com

Cover Ammutinati

 

Matteo
Author: Matteo
"è l'Hip Hop che sta ingoiando la mia vita dal di dentro" (Madbuddy)".