- Categoria: Interviste
- Scritto da Marco Bianchessi
Viaggio nella dark fantasy di Fr3nk! Musica, fumetti e film horror per il creatore di Doomsday
Da quando Machete è atterrata sul pianeta dell'hip hop Italiano, una delle cose che l'ha contraddistinta da tutte le altre crew è stata la costruzione di un immaginario definito e preciso. Tutto ciò è passato attraverso video e grafiche impressionanti e nuove per il grande pubblico: ora sembra tutto scontato ma 6 anni fa, quando uscì il primo disco di Salmo, non lo era affatto anzi, era tutto nuovo. Uno dei principali fautori di tutto ciò è Francesco Liori, in arte Fr3nk, e nei giorni scorsi abbiamo avuto la fortuna di farci quattro chiacchiere insieme.
Ciao Francesco, per chi dei nostri lettori non ti conoscesse, chi è Fr3nk?
Fr3nk è il nome d’arte di Francesco Liori. Sono nato a Cagliari nel 1985, ho fatto studi d’arte, prima il liceo artistico, poi Scenografia all’accademia di belle arti. Da quasi 10 anni sono un illustratore freelance e da diversi anni faccio anche il tatuatore. Sono appassionato di surf e dal 2012 ho creato con i miei soci il marchio Doomsday, faccio parte del crew Machete e lavoro anche per AA Merch, una società che si occupa di creare e distribuire merchandising per artisti Italiani e stranieri.
Quando per la prima volta vidi i tuoi lavori, li ricollegai in modo spontaneo al mondo di Eddie the Head e più in generale alle grafiche degli Iron Maiden. Non sapendo se sia corretto o meno questo accostamento ti chiedo, chi sono i tuoi maestri? Da cosa nasce il mondo di Fr3nk?
Non posso che essere onorato del collegamento al mondo di Derek Riggs! è comunque corretto il tuo collegamento, sono sempre stato appassionato di fumetti e film dell’orrore, insomma di un certo tipo di immaginario. Più che altro ho sempre amato le copertine dei dischi, ho avuto la fortuna di crescere in una casa con una grande parete coperta di vinili, passavo il tempo ad ascoltarli e a guardare gli artwork. Questi artwork furono fondamentali per un certo periodo musicale che da sempre mi affascina, soprattutto dischi rock, punk e musica psichedelica anni 70. Sono un grande appassionato di storia dell’arte, i lavori di Giger e di Dalì sono per me grande fonte di ispirazione. Allo stesso modo delle locandine dei film horror dagli anni 40-50 in poi, si vede da come disegno che prendo ispirazione da quel tipo di composizione. In ultimo i fumetti, sono da sempre un grande lettore, i miei maestri sono Simon Bisley, Frank Miller, Moebius, Mike Mignolia e Katsuhiro Otomo. Il mio mondo nasce da tutto ciò che mi piace e metto tutto insieme.
In che modo ti influenza il tuo lavoro di tatuatore nel modo in cui poi andrai a realizzare un’illustrazione?
Il mio lavoro di tatuatore mi influenza parecchio. Io ho avuto un maestro, Davide Ragazzo, tatuatore storico di Cagliari da 27 anni, che mi ha preso “a bottega”, mi ha “pulito” e indottrinato un sacco, ora nel lavoro organizzativo sia di illustratore che nella vita in generale sono più risoluto e pratico, per tutte le facendo che riguardano la grafica e il lavoro quotidiano.
Eri già appassionato di rap oppure è stato l’incontro con Machete ad introdurti in questo mondo? Come hai conosciuto Machete?
Sono sempre stato appassionato di rap, posso dire di essere cresciuto a pane e Beastie Boys. Già da prima che nascesse Machete, io ero già in contatto con Salmo, per il quale avevo curato delle copertine per i suoi vecchi gruppi, quindi per i Three Pigs Trip, poi ho curato quella di “Island Chainsaw Massacre” di Salmo e già Manuelito Hell Raton, mi aveva chiamato per creare il logo di quella che poi sarebbe stato il Crew Machete. Una crew che avrebbe compreso, grafici, videomaker, cantanti, writer e beatmaker.
Machete ha avuto un impatto devastante nel tempo sia per quanto riguarda la musica sia per l’aspetto grafico che è sempre stato perfetto. Dai video alle t shirt, come avete deciso di strutturare il lavoro? Avevate un piano in mente o è stato qualcosa che è venuto da sé?
Siamo arrivati in machete da altre scene, non ci occupiamo solo di Hip Hop, venendo per esempio anchedal Metal e dall’Hardcore. Io stesso prima di lavorare con Salmo, sono stato a stretto contatto con tantissime band in giro per il mondo, lavorando con gente che veniva dall’Australia come dall’America, tutto grazie ad internet. Abbiamo messo questa attitude del “do it yourself ” anche nel costruire Machete, in modo molto spontaneo abbiamo messo insieme tutto quello che ci piaceva, anche nei video abbiamo messo le nostre passioni, per le grafiche di un certo tipo, per i film horror e per una certa musica. Così è nato l’immaginario Machete.
L’idea di allegare un fumetto ad un disco è stata decisamente forte e innovativa, non so se all’estero sia qualcosa di consueto ma di sicuro in Italia non lo è. Da dove nasce quest’idea?
L’idea del fumetto è venuta a Salmo e al mio socio Andre Suergiu, io ero titubante ma avevamo un tema molto figo come il nome Hellvisback, allora da un po’ di vaneggio insieme abbiamo creato un Elvis strano e parallelo. Eravamo affascinati dall’idea di mandare Maurizio nell’inferno e fargli conoscere persone realmente esistite. Il nome è Hellvisback è stato fondamentale perchè poi ha dato il là a tutto.
Hai lavorato per Salmo, artisti Machete, band hardcore, il Pan del diavolo e Billabong. Quando costruisci un lavoro, il risultato è frutto di una collaborazione tra te e l’artista, oppure ti viene data carta bianca?
In molti casi capita di conoscersi, come con Noyz e i Dopo Dod e diventa tutto molto spontaneo. In altri casi non ci si conosce e allora avviene uno scambio via mail o via telefono, per capire il mood, diciamo che il periodo dei social mi ha aiutato molto. Posso dire di aver utilizzato i social nel modo giusto, li ho sempre usati in maniera positiva, cercando di promuovere il mio lavoro ed ho iniziato così dai tempi di MySpace, postando i miei disegni e facendo le copertine per i gruppi metal. L’unica condizione che ho è che per ogni artista devo sentire il disco in anteprima, questo mi aiuta a sviluppare le idee e a partire da quello, lavoro molto con bozze e sketch che sottopongo agli artisti step by step, ci deve essere un continuo scambio con gli artisti per renderlo più stimolante e originale.
Con che idea avete creato Doomsday society?
Era il 2012, volevamo assolutamente creare un brand, ci avevamo già provato sia io che i miei soci ma non era andata. Nel 2012, ci siamo incontrati io, Andre Suergiu e Salmo e abbiamo deciso di creare “Doomsday Society” ( doomsday come la ne del mondo, non so se ti ricordi ma il 21 dicembre 2012 doveva finire il mondo), un po’ per gioco. Il marchio è nato per gioco, ora siamo in giro da 5 anni, 100 negozi in italia ci distribuiscono, siamo presenti in Italia, Spagna, Germania, Inghilterra e Belgio e vendiamo on line in tutto il mondo. Questo marchio è un nostro gioiellino che ci da la possibilità di esprimerci sempre al meglio e di fare ciò che vogliamo.
Come è nata la collaborazione con Famous e indirettamente con Travis Barker?
La collaborazione con Famous è nata perchè Salmo si doveva beccare con Travis per fargli ascoltare dei pezzi del nuovo album ( i due hanno poi collaborato in “Bentley vs Cadillac” e per “il Messia”). Travis era preso bene dai pezzi di Mauri e gli abbiamo fatto vedere poi anche Doomsday, abbiamo quindi deciso di collaborare. Questo modo di fare, la collaborazione anche in aspetti non strettamente musicali è tipico di un certo tipo di ambiente, punk e rock. Speriamo di avere la possibilità di collaborare prossimamente, anche con altri brand, sono cose molto stimolanti
A cosa stai lavorando?
Ho appena fatto uscire la notizia di una mia collaborazione con Billabong ( marchio australiano, nato nel 1973), un lavoro grosso ma in quanto surfista e illustratore non potevo chiedere di meglio. Sto lavorando ad un paio di progetti, tra cui la collezione di doomsday per l’estate 2018 e poi altri lavori in ballo ma sono cose top secret. Ne vedrete delle belle !
PS. sto facendo una serie di pinocchi per un committente molto speciale che vuole rimanere segreto.
Grazie mille Fr3nk!
Grazie a te Marco, grazie de core!