- Categoria: Interviste
- Scritto da Marco Bianchessi
Faccia a faccia con un ragazzo madre - Intervista ad Achille Lauro
Quest'oggi non servono presentazioni ampollose o frasi fatte per descrivere il soggetto a cui ho avuto la fortuna di fare un paio di domande. Il suo disco "Ragazzi Madre" è stato apprezzato e amato da tutti nell'anno passato, il suo stile inconfodibile sta piano piano attirando le attenzioni di un pubblico sempre più numeroso e le sue canzoni stanno diventano un punto di riferimento per chi non ama stare all'interno di categorie e di generi. Insomma, a voi l'intervista con il re di No Face Agency, Achille Lauro.
1. Ciao Achille! Prima di tutto complimenti per lʼultimo video, “Ulalala” con Gemitaiz, è una vera hit, se fosse stata scritta da un americano probabilmente la passerebbero tutte le radio. Partendo da questo, come nasce lʼidea del video?
L’idea del video nasce dal incontro tra Alessandro Murdaca e il nostro immaginario che è sempre stato contro tendenza con il mondo rap classico. Noi siamo i nuovi rocker, i nuovi hippie.
2. Proprio il video di “Ulalala” si chiude con una frase “rifiuta le regole, le istituzioni, brucia i documenti, divertiti”. La tua immagine è molto curata, hai unʼestetica ben precisa che ti ha sempre caratterizzato. Di recente guardando foto dei tuoi live e dei tuoi social, sembra che stia quasi virando verso un universo più punk o rock in generale, da cosa deriva questa scelta?
La distanza dal mondo hip hop è una cosa che caratterizza i miei testi, la mia musica e anche il mio modo di vestire. Il punk e il rock sono universi che mi hanno sempre incuriosito e nelle mie canzoni come nel mio look c'è una grande componente proveniente da queste realtà. Mi rivedo molto nell'aspetto ribelle e contraddittorio del punk.
3. Parlando del disco “Ragazzi Madre”, a me è piaciuto moltissimo e credo sia stato il miglior disco rap del 2016. Pensi che abbia avuto lʼesposizione che meritava?
Grazie per il complimento. Sono soddisfatto del lavoro che è stato fatto con No Face e con tutto il mio staff e ritengo che "Ragazzi Madre" abbia avuto una visibilità adeguata alle aspettative. Siamo però ancora all'inizio, il percorso è in crescita e soprattutto vogliamo coinvolgere una grossa fetta di pubblico che con il mondo hip hop ha poco a che fare.
4. In Italia sei uno dei pochi rimasti che riesce ancora a rappare della realtà di quartiere senza risultare di plastica: ti senti adesso in qualche modo questa responsabilità?
La responsabilità è quella di raccontare come un cronista la realtà che vedo. Non avrebbe senso enfatizzare luoghi comuni o inventare storie solo per apparire credibile o assecondare il pubblico. La vita che ho vissuto e che vedo, la restituisco nei miei versi con onestà e fedeltà. Le persone se ne accorgono e lo apprezzano.
5. Nelle canzoni il tuo universo di riferimento è la periferia romana in cui sei cresciuto, attraverso la musica sei riuscito tuttavia a far identificare chiunque (anche me che pure vengo da una città della Lombardia) nella tua situazione. Credi che in questo senso “tutto il mondo è paese” e che alle spalle di ogni città, ci sia il mondo dei Ragazzi Madre?
La periferia romana è un simbolo che vale per l'hinterland milanese, come per le vele di Scampia o come Bari e Palermo. Il concetto di periferia oltre che urbanistico, è un concetto mentale e sociale. I Ragazzi Madre sono le famiglie che mancano, lo Stato che manca, il lavoro e a volte anche la prospettiva del futuro.
6. Il quartiere o la periferia, ascoltando i tuoi testi, sono diventati più uno stato dʼanimo o unʼidea di solitudine, pensi che sia questa la forza che spinge persone diverse ad immedesimarsi in quello che fai? e in qualche modo quindi a non chiuderti nella gabbia del rapper che parla solo di soldi e donne?
I protagonisti delle mie canzoni sono loro, non io. Una sorta di neorealismo dove gli stessi che abitano quelle periferie, sono i protagonisti e dove le immagini riflettono sentimenti, condizioni di vita e stati d'animo esattamente come un'opera cinematografica anni '40/’50.
7. In molte interviste hai dichiarato che la collaborazione con altre persone, è stata per te un elemento fondamentale nella realizzazione di “Ragazzi Madre”, in questo senso, pensi che lavorare con amici o persone fidate sia un valore aggiunto?
I miei feat nascono sempre prima da un rapporto umano e artistico. Non si tratta mai di una scelta di marketing fatta a tavolino. Gli artisti che ho coinvolto sono quelli che vivo in primis da ascoltatore, sono quelli con cui era indispensabile fare quella cosa in quel momento. Trovare un feeling, una condivisione della visione musicale è sicuramente un valore aggiunto e il risultato finale ci ha dato ragione.
8. Il duo che hai creato con Boss Doms è sicuramente ben riuscito, come è nata questa alchimia? a cosa state lavorando? Cosa ci dobbiamo aspettare dal 2017 di Achille Lauro?
Boss è un estensione indispensabile del mio lavoro, come pure DJ Pitch8. L'alchimia è nata con il tempo è si è sviluppata il tutto il collettivo No Face. Stiamo lavorando a nuovi contenuti che saranno un ulteriore evoluzione dell'ultimo album. No Face è un fermento creativo continuo e non mancheranno sorprese per tutti. La forza di Edoardo è che oltre all’elettronica che è il suo principale campo operativo, riesce a trattare tutti i generi, è versatile, dalla traccia reggae, a quella anni ’80, alla EDM con una personalità tutta sua.
Grazie mille per l'intervista!
Grazie a voi!
Vi ricordiamo, infine, che da questo mese Achille sarà in giro per tutta Italia con le date del suo Ragazzi Madre 'Woodstock' Summer Tour. Ecco di seguito le date, in continuo aggiornamento:
10/6 Gone Summer Festival - Orio Litta (LO)
15/6 Touché Santafè - Marina di Ravenna (RA)
23/6 Ildelirium Music Festival - Rivolta D'Adda (CR)
28/6 Expo - Bellinzona (SVIZZERA)
30/6 Marea Festival - Fucecchio (FI)
1/7 Discoteca la Rocca - Arona (NO)
10/7 Discus Beach - Catania
15/7 Aquarium Discoclub - Sant'Antioco (CI)
24/7 Ten Club - Gallipoli (LE)
30/7 Coconuts - Rimini
5/8 MØovida - Porto Ercole (GR)
21/8 Baia Imperiale - Gabicce Mare (PU)