Mercoledì, 13 Febbraio 2013 16:22
Categoria: Writing Down
Scritto da Matteo

Nais - Writing Down

Continua il nostro Writing Down, rubrica settimanale che vuole dar maggior spazio agli esponenti dei graffiti e della street art.

Per questo appuntamento numero trentotto abbiamo il piacere di avere come ospite Miss Nais, artista milanese divenuta un punto di riferimento per il movimento della street art milanese ed italiano.

1) Ciao, ci puoi raccontare quando e come hai iniziato l'attività di writer/artista?

Ciao a tutti , ho cominciato a dipingere nel 96, ero innamorata dei muri e degli spray , dipingere sui muri era per me la massima liberalizzazione dell'arte, condividere la missione con le crew che ho avuto (VSK-SDC-MAD) aveva un valore aggiunto Super. Ho cominciato a fare lettering, col passare del tempo ho sentito il bisogno di spaccare gli schemi aggiungendo figurativi fino ad arrivare a dipingere unicamente un mondo di personaggi animali fantastici...

2) Che significato ha per te il writing? Quali sono gli artisti che più hanno influenzato il tuo modo di dipingere?

Per me il writing è stato un inizio, molto importante per il rapporto che ho sviluppato successivamente con lo spazio e con il colore, una vera scuola di strada che negli anni ha cambiato rotta unendo la tecnica spray a visioni più figurative surreali lontane dalle lettere del writing più classico. Mi ispiro più che ad artisti a forme che si trovano in natura...piante...fiori..persone o musica, cerco ispirazione dove non mi aspetto di trovarla.

3) Quale tipo di tecnica utilizzi nella realizzazione dei tuoi lavori?

Ho mantenuto la tecnica spray nei lavori su muro, mentre su tela unisco agli spray anche i colori acrilici.

4) Come vedi il futuro del writing? Si riuscirà, a tuo parere, a dargli più spazio o dovrà rimanere sempre nei confini dell'"illegalità"?

Penso e spero che il writing possa essere in futuro sempre una grande fonte di espressione artistica in trasformazione che abbia come missione il COMUNICARE nel bene e nel male. Nella città ci sono moltissimi muri abbandonati a se stessi che potrebbero diventare benissimo dei musei a cielo aperto, sta nell'intelligenza dei comuni trattare il writing come una risorsa.