Mercoledì, 13 Marzo 2013 11:48
Categoria: Writing Down
Scritto da Matteo

Max Gatto - Writing Down

Writing Down continua nel suo percorso volto a dar maggior spazio agli esponenti del writing e della street art italiana.

Ospite di questa nuova puntata numero quarantadue è il writer Max Gatto, della crew TDK.

1) Ciao, ci puoi raccontare quando e come hai iniziato l'attività di writer/artista ?

Ho iniziato frequentando le scuole superiori dove, passavo il mio tempo a pasticciare i banchi ed i muri dell'istituto, mentre il mio compagno di banco si dilettava a scribacchiare i suoi compagni di classe ,me compreso.
Data la situazione ci siamo presi coraggio, abbiamo lasciato la scuola, e mentre io mi sono iscritto alla scuola d'arte il mio compare ha aperto un piccolo studio di tatuaggi nella cantina di suo zio.

2) Che significato ha per te il writing ? Quali sono gli artisti che più hanno influenzato il tuo modo di dipingere ?

Bah, qui la cosa si fa complicata, trovo che il nome "writing" sia solamente un metodo di classificazione che la società usa per spiegare e al contempo condannare un qualcosa che non comprende .
Mi spiego meglio:
Sarebbe come catalogare i pittori secondo il tipo di pennello che usano ,gli spatolatori ,i pennellatori a martora e cosi via..... sarò' io che sono strano ma preferisco conoscere gli artisti per quello che dicono non perche' lo fanno usando una bomboletta, un pennello o un pastello a cera.
Avrai già capito che in realtà a me piacciono parecchi graffettari ,ma quelli che reputo i miei maestri dal quale ho rubato lo stile che mi fa onore sono illustratori fumettisti, pittori e scultori cha puoi studiare in un qualsiasi libro sulla storia dell'arte.

3) Quale tipo di tecnica utilizzi nella realizzazione dei tuoi lavori ?

Qualsiasi cosa che sporca, unge o comunque lascia il segno.

4) Come vedi il futuro del writing ? Si riuscirà, a tuo parere, a dargli più spazio o dovrà rimanere sempre nei confini dell'"illegalità" ?

Ero ad una jam con centinaia di altri writer che facevo i miei pasticci, di fianco a me c'era un tizio del quale purtroppo non ricordo il nome (chiedo scusa) che stava facendo delle nuvolette a chiusura del suo pezzo.
Arriva il vecchietto rompicoglioni di turno che dopo aver mugugnato qualche frase inopportuna salta su dicendo:
Ma a me quelle nuvole non mi piacciono cosi"
La risposta fu semplice quanto chiarificatrice:
"BENE , NON DEVONO PIACERE A TE !"
Questo per farti capire che Secondo me nel momento in cui il writing viene sdoganato perde decisamente di genuinità e spontaneità.
Per non parlare del mondo dell'arte, tu writer puro e sincero che dipinge i muri e sui treni della citta' per il gusto di farlo, dipingeresti delle tele che ti fanno cagare ma che sai che vendono?
o meglio ti piegherai al dio denaro o no?