Human Beatbox: l'uomo come strumento musicale
Human Beatbox è l’arte di ricreare col solo ausilio della propria bocca come cassa di risonanza e delle corde vocali interi (o quasi) brani musicali utilizzando fantasia, orecchio e senso del ritmo. Negli ultimi anni si è sviluppata molto, grazie all’utilizzo di loop machines e computer. Nomi come Beardyman, The Petebox, DubFX, Rahzel o Kill aKela sono ormai conosciuti a livello internazionale.
L’arte del beatbox ha radici antiche ma si sviluppa e diffonde come disciplina a sè all’inizio degli anni ottanta in america e più precisamente a New York grazie a gente come Doug E. Fresh, i Fat boys e Biz Markie. Negli anni novanta si perdono un pò le tracce e se ne sente parlare poco anche se live è sempre fonte di acocmpagnamento per l’emcee nei pezzi e freestyles.
Sul finire dei novanta Kenny Muhammad, Rahzel e Scratch della crew dei The roots riportano in auge quest’arte che appare nuovamente su disco con la pubblicazione dell’album di Rahzel “make the music 2000” realizzato quasi interamente con l’ausilio della voce portando nuomerose innovazioni. Crew come la Saian Supa in Francia contribuiscono a diffonderla ulteriormente.
Arrivano quindi i primi tutorial ad opera di Tyte, beatboxer inglese fondatore del sito. Grazie a internet vengono organizzate le prime convention come il Boxconn e si formano le prime crew di soli beatboxer. Il primo campionato del mondo si svolge nel 2005 a Lipsia in Germania organizzato da Bee Low, figura storica del beatbox mondiale, organizzatore e guidice di tutte le battle nazionali che si svolgono ormai in tutto il mondo.
L’ultimo campionato ha avuto luogo nel marzo dello scorso anno a Berlino. Vincitori per la categoria maschile e femminile sono stati rispettivamente i bulgari Skiller e Petenkata. Per quanto riguarda l’italia uno dei primi a farlo è stato Dj Gruff, nome storico della scena hiphop italiana, che nei primi anni duemila produce assieme ad Alien Dee il Demo “esemplificazione del suono”, disco di soli scratch e beatbox. Alien Dee ha prodotto inoltre il primo battle break realizzato col solo ausilio della voce. Quest’arte è divenuta ormai molto popolare e sono tantissimi i giovani che la paraticano.
La comunità del beatbox è inoltre molto unita e compatta. “Maximum respect” sono le parole che Bee low pronuncia sempre durante le battle che sono si momento di sfida, ma nel rispetto reciproco. Durante le convention tutti i beatboxer si uniscono in cerchi e creano performance improvvisate, scambiandosi tecniche e dando consigli sul come migliorare. Inoltre su internet esistono decine di tutorial per imparare. In italiano si trovano quelli di Noise, beatboxer calabrese, molto utili e ben fatti.