- Categoria: Recensioni
- Scritto da Gabriele Correnti
Vegas Jones - Chic Nisello (recensione)
Se è vero che trovare la formula vincente non comporta la giustificazione di determinate scelte, è anche un dovere confrontarsi con sé stessi e i traguardi ai quali abbiamo deciso di ambire. Serve fame di conquista, serve talento.. serve anche saper scegliere il momento giusto. Così nella vita come nella musica. Questo è il periodo in cui il rap italiano sta tirando le somme di ciò che ha seminato negli anni. Si è distinto cosa è Undeground e cosa è Mainstream. Chi vende e chi no. Chi lo ha fatto nel 90’ chi lo ha fatto nel 2000. Chi continua a farlo con la stessa identica voglia, chi lo ha venduto ai talent o, più genericamente, alla televisione. Adesso abbiamo anche il dilemma di chiederci cosa sia TRAP o cosa sia RAP, quesito che lascia il tempo che trova nelle notizie da gossip o negli scontri ideologici tra i puristi del genere e i ‘progressisti’ o i più giovani , entusiasti delle nuove tendenze. Bisognerebbe invece cogliere il lato estremamente positivo della disputa, ovvero riconoscere del talento a dei ragazzi che, pur con qualche eccezione, partendo dalla penombra di un background musicale più o meno conosciuto si trovano adesso quasi sovraesposti alla luce della fama. Ciò che all’estero è da un po’ di tempo a questa parte assorbito come un genere dalle mille sfumature, qui viene percepito come un’assoluta novità.
Tra i nomi emersi ultimamente, da menzionare è sicuramente quello di Vegas Jones, che abbiamo avuto modo di conoscere già ai tempi della Honiro della quale faceva parte. Adesso ha deciso di giocarsi per bene le proprie carte sfornando, in modo indipendente, prima uno skillstape, disponibile anche su spotify oltre che in download, poi un mixtape con produzioni originali dei suoi fidati e talentuosi producer, Kid Caesar, Boston George e Majestic. Ciò che spicca già dall’annuncio del progetto, col video di ‘Bellavita’ sono i nomi di alto calibro che hanno supportato il progetto partecipando con delle strofe quali quelli di Nitro, Emis Killa, e il giovane ‘veterano’ Laioung.
Ciò che emerge dall’ascolto del giovane rapper di Cinisello, è una forte maturazione a livello lirico e contenutistico, così come una particolare cura del dettaglio musicale, con strumentali cucite addosso all’attitudine di Vegas, il quale alterna al sound vellutato ma incisivo di pezzi come "Califlower", "Pelle Toscana" e "Lambo", veri e propri viaggi lirici, alcune potenziali hit quali ‘AIfon’ e "Belair", sino alle strofe con Emis Killa in "Gucci Benz" e in "Trankilo" con Nitro nelle quali tiene dignitosamente testa ai due. "Gang" con Laioung è un ennesima conferma di quanto sia forte questa alchimia tra dei giovani che hanno deciso di mettere in gioco sé stessi e le loro capacità. Ciò che è anche da apprezzare è la semantica usata da Vegas nei pezzi, nei quali troviamo tematiche più serie di quanto si possa immaginare, con frequenti richiami a Dio, all’ambizione, al destino così come ai sogni, che un po’ tutti non possiamo fare a meno di avere e coltivare. Non mancano comunque le strofe libere da regole, dedicate a tecnicismi ed incastri che non peccano quasi mai di banalità.
Questo vuole essere per Vegas una rinascita dai tempi bui e scialbi dei precedente lavori non brillanti, dovuti anche ad un malessere portato dalla poca ispirazione e dalla lontananza da casa, come lui stesso ha anche affermato in diverse barre. Se queste sono le premesse, aspettiamoci grandi cose da questo ragazzo. Ascoltare per credere.