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XXXTentacion - 17 (recensione)

17_xxx

Valutazione attuale: 4 / 5

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Per una volta nella vita posso dire “ve l’avevo detto”: qualche tempo fa scrissi che XXXtentacion era molto di più di quello che sembrava in apparenza, ascoltando semplicemente le poche tracce che a quel tempo erano conosciute (vedi “Look at me!” e “Gospel”), evidenziando un retroterra di canzoni, EP e mixtape poco conosciuti ma molto ricchi di spunti per capire meglio il personaggio. Per cui adesso mi prendo un secondo per gongolare. Scherzi a parte, "17" è un bomba. 

Partendo dall’inizio, 11 tracce, per 22 minuti totali di ascolto. L’album si apre con la sua voce, senza base, lui che parla e racconta il modo con cui vada interpretato il suo lavoro. Questo è un prodotto estremamente personale, nel momento in cui l’ascoltatore lo inizia deve essere consapevole di entrare nella mente e nei sentimenti dell’autore, che te li racconta per come lui li ha vissuti, in tutti suoi drammi e le sue banalità, perchè si, in alcuni momenti è abbastanza semplicistico il suo discorso. 

“By listening to this album, you are literally, and I cannot stress this enough, literally entering my mind
And if you are not willing to accept my emotion and hear my words fully, do not listen”

Già la seconda canzone fa capire il motivo di questo intro: “Jocelyn Flowers” è un canzone tristissima, racconta del suicidio di un suo amico che soffriva di depressione, e che si uccise mentre erano insieme nel medesimo hotel. Il protagonista è il medesimo del singolo “Garrette’s Revenge” (che qui troviamo riproposta sotto il nome di “Revenge”, traccia 5), questa traccia era uscita a marzo e già aveva fatto intuire come gli interessi di XXX si stavano spostando verso forme di sperimentazione maggiori rispetto alla semplice trap, dura e pura che lo aveva reso celebre. L’artista ha cercato ancora una volta, di allargare i confini e le definizioni di ciò che può fare il rap in questo momento, avvicinandosi di più ad un universo che fa del suonato il suo punto forte. 

"Some kill, some steal, some break your heart and you thought that I would let it go and let you walk
Well, broken hearts, break bones, so break up fast and I don't wanna let it go, so in my grave I'll rot"

L’influenza che ha avuto su di lui un personaggio come Kurt Cobain in questo disco è palese, sembra in alcuni momenti di ascoltare il concerto strumentale dei Nirvana piuttosto che un disco rap. Le tematiche, il modo di scrivere, la ripetizione ossessiva in alcuni casi dei ritornelli, una musica che è più un grido e un modo per scaricare le proprie tensioni e i propri incubi, l’unica via di salvezza grazie alla sua capacità di condividere le proprie emozioni con gli altri.  La traccia 6 “Save me” ne è un esempio lampante:

"Hello, from the dark side in, does anybody here wanna be my friend? (my friend)"

Proprio la depressione è l’argomento cardine di questo lavoro, di come lui la viva personalmente nella sua quotidianità, di come l’affronti e di come abbia influenzato la sua vita, e proprio nella sua vita bisogna entrare per comprendere a pieno le sfaccettature di questo ragazzo e di conseguenza anche della sua musica. E qui nascono i problemi. Personalmente ho seguito abbastanza le vicende personali del classe 1998 e diventa difficile, ascoltando tracce come “Fuck Love” ( a canzone più propriamente rappata del disco) e “Ayala” che sono canzoni dedicate alla sua ex ragazza, dimenticare come egli sia finito in prigione a causa di una denuncia della suddetta: XXX è stato infatti accusato di violenza domestica. Ma provando a mettere da parte questa vicenda, nel momento in cui si sposta verso qualcosa che non sia una sorta di feticismo verso la morte, quindi verso tematiche come l’amore, diventi abbastanza banale. Tralasciando il fatto che “Fuck Love” sembri molto un titolo da ragazzo emo primi anni 2000, il suo modo di rappare si fa più semplicistico, riducendo tutto a frasi fatte come "I'm nauseous, I'm dyin', she ripped my heart right out" chiudendo la questione in “Ayala” con:

"How it hurt, no, ,ade a list of my regrets
And you were first, love, oh"

Insomma un po’ poco rispetto alla qualità e allo spessore che ha mostrato in altri momenti, detto questo è anche giusto così perchè parliamo di un ragazzo di 19 anni, di conseguenza si può anche declassare il tutto con un: si lagna tanto, si lagna per delle cazzate, però si lagna bene. Per concludere, se dovessi dare un giudizio come alle superiori darei un 8 a questo disco, un lavoro con le palle, un esordio da urlo per un ragazzo che spero alla lunga si dimostri all’altezza delle aspettative che ormai in molti ripongono in lui -vedi i complimenti di Kendrick Lamar e Tory Lanez - forse è davvero lui la next big thing.

 

 

 

 

 

Marco Bianchessi
Author: Marco Bianchessi
"Born sinner the opposite of a winner "(Biggie).

XXXTentacion - 17 (recensione) - 4.1 su 5 basato su 14 reviews