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- Scritto da BBoy
Jay-Z - The Blueprint 3 Recensione
Questa è la mia prima recensione per questo sito e visto che sono da poco entrato in questa famiglia voglio partire da settembre 2009 e prendere in considerazione gli album che sono usciti da quel mese in poi.
Con chi potevo iniziare se non con Jay-z ?
L'età del pensionamento doveva essere già arrivata da tempo come da lui annunciato. Ma Jay-z non riusciva a rassegnarsi a una vita tranquilla lontano dal palco e dalle luci, niente primi piani ma un più silenzioso lavoro dietro le quinte. Così, nonostante gli annunci e gli addii, il rapper è tornato.
Il suo nuovo disco va respirato a pieni polmoni: "The Blueprint III" è il terzo capitolo della saga. L'uscita dell'album, stabilita inizialmente per l'11 settembre, anniversario della pubblicazione del primo "The Blueprint" (uscito proprio il giorno in cui si consumò la tragedia delle Torri Gemelle), è stata invece anticipata di tre giorni dopo che l'intera tracklist è finita illegalmente online.
Il viaggio si apre con un brano di ampio respiro: "What we talkin' about". Prodotta da Kanye West No ID, la canzone vede la partecipazione di Luke Steel, uno degli Empire of the sun. "Di cosa stiamo parlando?", si chiede Jay-Z, "Parlo di vita e la gente dice che parlo di crack / non parlo di profitto, ma di sofferenza", e ancora: "Parlo di musica, non sto parlando di rap / tu parli di chi è figo ma io non parlo di quello".
Tra citazioni e luoghi comuni, il rapper aggiunge anche "Non parlo di Game", sottintendendo che le provocazioni del rapper The Game (in gergo, i "dissing") non lo interessano.Dopo aver ringraziato il suo pubblico esaltando la propria immagine in "Thank you" (sempre prodotta dal duo Kanye West-No ID) è la volta del singolo "D.O.A" ovvero "Death of the Autotune". Se è vero che mille persone diverse potrebbero esprimere mille pareri diversi su di una canzone, lasciate che scriva il mio: questo brano è energia pura. Un esempio senza macchia di ciò che mi aspetto da un artista di alto livello come Mr. Carter. No ID e Kanye West hanno dato il meglio nella realizzazione di questa base, mescolando saggiamente rock, hip hop e una goccia di jazz.Riguardo al testo va aperta una parentesi: l'idea di "condannare" l'uso dell'Auto-tune (un effetto applicato sulla voce in fase di post-produzione, abusatissimo da qualche tempo a questa parte) è stata proposta a Jay-Z da Kanye West. Già, lo stesso Kanye West autore dell'album "808's and Heartbreak", vera dichiarazione d'amore all'Auto-tune. Sembrerebbe un controsenso, ma forse è proprio qui che risiede la genialità: nel riconoscere che il limite tra amore e odio è labile. Ciò che è "in" e ciò che è "out" si sfiorano continuamente."L'hip hop è così, il nostro lavoro consiste nel togliere ciò che è vecchio per guardare al nuovo. L'Auto-tune ormai è inflazionato al punto da essere utilizzato anche nelle pubblicità. Va eliminato. E' un po' come l'anziana dell'Oregon che si mette a parlare di "bling bling". Pone fine all'utilizzo di questo termine".
Per chi fosse interessato, anche il videoclip del brano, per quanto classico e lineare, è degno di nota.
Passando oltre, non si resta delusi neppure dalla traccia successiva, secondo singolo estratto da "The Blueprint III": intitolato "Run this town", il brano vede la collaborazione di Kanye West e di Rihanna (la stella delle Barbados scoperta proprio da Jay-Z).Subito dopo, in "Empire State of mind", un'altra donna rende magica l'atmosfera: stiamo parlando di Alicia Keys, che con il rapper intona un inno alla città di New York. "In New York / concrete jungle where dreams are made of / there's nothing you can't do / now you're in New York / these streets will make you feel brand new / the lights will inspire you", canta la Keys.
Non mancano di certo le collaborazioni in questo album: si passa da artisti affermati come Young Jeezy (in "Real as it gets"), Swizz Beatz (in "On to the next one"), Pharrell (in "So ambitious") e, come già detto, Rihanna, Kanye West e Alicia Keys, fino alle voci esordienti di Drake (in "Off that") e Kid Cudi (in "Already home").
Il rapper si è riservato invece uno spazio esclusivo in "Venus vs. Mars": sensuale e attraente, il brano descrive un intrigante paragone tra uomo e donna, e la delusione è dietro l'angolo quando ci si rende conto che una persona non è come si credeva.In conclusione, "The Blueprint III" merita davvero di essere ascoltato. Alcuni brani non sono forse al'altezza di altri (ne è un esempio "Young forever", l'ultima traccia del disco, realizzata con un campione dell'omonimo brano degli Alphaville. Pollice in giù), ma gli episodi in cui tutto ha funzionato a dovere sono in netta maggioranza rispetto ai (discreti) fallimenti.Per completare il quadro, invito tutti a guardare lo spot realizzato dal sito Rhapsody per pubblicizzare l'uscita dell'album: in un minuto esatto, Jay-Z riproduce abilmente tutte le copertine dei suoi classici. Davvero originale, ma da lui ci si aspetta questo e altro.
Sul Jay-z uomo ci sarebbe da dire molto basta vedere i Diss di Prodigy contro di lui, Jigga è accusato di essere un massone e di stare al fianco del male, comunque chiunque voglia può tranquillamente informarsi e farsi un giudizio non è questo il luogo
Zè-Bos