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Rihanna a San Siro: cronache dall'Anti World Tour

Rihanna

"Esistono storie che non esistono" narrava la voce fuori campo nel trailer di Maccio Capatonda de "L'Uomo che usciva la gente". Questo è la frase che forse riesce a spiegare al meglio quello che si prova quando si pensa a personaggi del calibro di Rihanna. Esattamente una storia che esiste, perchè è sotto gli occhi di tutti in ogni momento e su ogni piattaforma, ma che in qualche modo è talmente tanto idealizzata da rendere difficile realizzare il fatto che sia reale, davanti ai tuoi occhi ed esistente nella vita reale. Per fortuna Rihanna esiste e può dirlo con certezza chi ieri sera era allo Stadio Meazza di Milano per vedere la seconda tappa italiana dell'Anti World Tour.

L'evento è iniziato intorno alle 19.30 con il dj set di uno che ha fatto poche hit negli ultimi anni che si fa chiamare Dj Mustard, accompagnato da quello che più tardi la cantante delle Barbados sul palco definirà con il termine tecnico di "fucked up weather", ma che noi preferiamo chiamare "una cazzo di bufera insensata dopo tre settimane di sole e caldo infernale". Mustard è probabilmente uno dei produttori più influenti dell'industria musicale degli ultimi cinque anni e capendo il contesto in cui si è trovato ha suonato veramente qualsiasi genere nella sua ora abbondante di show. Da robe inaspettate tipo "Wonderwall" degli Oasis, fino ai suoi ultimi singoli "Whole Lotta Lovin" e "Don't Hurt Me", seguiti da ignoranti trappate e dall'EDM più radiofonica.

La seconda parte dell'apertura è stata invece affidata a Big Sean che è riuscito un po' inaspettatamente ad infiammare il pubblico in una situazione tutt'altro che facile per lui per molteplici motivi. Innanzitutto conoscendo il target italiano di Rihanna, molto probabilmente era una minoranza quella che effettivamente conosceva artisticamente il rapper della G.O.O.D. Music. Inoltre, Big Sean si trovava di fronte ad uno stadio europeo gremito, cosa che, nonostante abbia dimostrato di poter avere una solida carriera nella musica, non ha mai avuto l'occasione di affrontare da solista prima di questo tour. Se poi alla minoranza che conosceva Big Sean, si sottrae quella che non sa le lyrics dei brani o non sa l'inglese capirete ancora di più perchè essere riusciti ad infuocare San Siro è stata una mini impresa per il rapper di Detroit, che nonostante il grande pubblico è andato a pescare anche nella parte più grezza del suo repertorio esibendosi in brani come "Don't Like Remix", "All Me" di Drake o "Mercy".

Una volta finito l'opening l'attesa per l'arrivo di Riri è di circa un'ora, tempo necessario a realizzare quanto sia stato bello il fatto che la cantante si sia portata con sé tanto del mondo rap americano in giro per l'Europa. Cosa assolutamente non scontata e che ha più valore di quanto si possa pensare, in un contesto dove se Rihanna fa un video con una bandana nei capelli, il giorno dopo ci sono migliaia di ragazze agghindate allo stesso modo in tutto il mondo, Italia compresa.

Dopo la freddolosa attesa dovuta ai postumi della sopracitata bufera, alle 22.15 circa ecco finalmente Rihanna, che da un ponte mobile in vetro si mostra ai migliaia di fans italiani mentre si avvicina al palco incappuciata in una lunga giacca bianca con le sue bellissime gambe in vista, e ci ricorda quanto speciale può essere il suo timbro con "Stay". Dopo un breve passaggio tra "Love The Way You Lie" ed "Umbrella" ha inizio la parte più black dello show dove Riri delizia i suoi supporters con perle come "Run This Town", "All Of The Lights", "Live Your Life", la fantastica "Consideration" con la cantante della TDE, SZA (miglior brano di "Anti"), insieme alle hit "Bitch Better Have My Money", "Pour It Up", "Numb" "Woo", "Birthday Cake" e una splendida versione dancehall di "Man Down" accompagnata da un intermezzo dei suoi ballerini. 

La parte più pop ed EDM dello show è quella però che visibilmente esalta di più il suo pubblico italiano, in delirio per hit come "Where Have You Been", "We Found Love", e "Take Kare", che per la gioia degli spettatori più rap-oriented, sono alternate a brani come "Work", "Needed Me", "Rude Boy" e annesse twerkate. Lo show si chiude con le melodie di "Diamond" accompaganata da una fantastica atmosfera di buio e torce degli smartphone, e la ballad "Love On The Brain", uno dei pezzi più melodici dell'ultimo album della cantante delle Barbados.

Lo show di Rihanna è stato indubbiamente di alto livello e chi non l'avesse mai sentita live è sicuramente rimasto stupito dalle sue capacità canore e di stare sul palco, sempre più rare nel pop e nella musica di oggi. Musicalmente impeccabile anche la sua band e i coristi che sono riusciti a dare quel tocco di realtà e diversità in più alle canzoni, che in questo modo rendono lo show un vero e propio concerto e non una semplice ripetizione dei pezzi registrati in studio. Tuttavia nonostante la fantastica cornice creata dal sold out del Meazza e da un pubblico milanese molto più partecipativo del previsto, rimane un po' di amaro in bocca per la durata del concerto, andato avanti per poco più di un'ora, che per i prezzi dei biglietti dell'Anti Tour è forse l'unico vero lato negativo della serata, insieme ad una scenografia forse un po' troppo minimale per eventi di questo calibro. Super pollice in su invece per l'opening, che è sicuramente il meglio che si potesse fare in questa situazione.

Rihanna ha fatto un bel concerto e si è portata, sia nel suo show che nell'apertura, tanto di quello che caratterizza il mondo della black music del 2016 e se consideriamo che tutto ciò è avvenuto di fronte ad uno Stadio Meazza pieno, non si può che essere felici di come il mondo artistico che amiamo sia stato esposto in maniera massiccia di fronte ad un pubblico in parte estraneo alla cosa ed in un paese come il nostro, che nonostante tutto nel 2016 dimostra ancora una certa fatica a rapportarsi al mondo della musica nera.

Un video pubblicato da HIPHOPREC.com (@hiphoprec) in data:

 

Gabriele
Author: Gabriele
"This is my canvas, I’ma paint it how i want it baby” (J. Cole).