- Categoria: Eyes On The Game
- Scritto da Gabriele Correnti
Ecco perché Luchè ha vinto, ma loro no
Ha fatto tanto discutere ieri il post su Facebook, adesso rimosso per ovvi motivi, del fonico dei 99 Posse nel quale screditava Luchè, in quanto artista ed in quanto persona, accusandolo inoltre di non meritare un concerto andato alla grande: parliamo dello show andato in scena al Palapartenope, che ha ospitato ben seimila fan per il padre dei successi, street e non, come "L1", "L2" e il più recente "Malammore".
Alla non tanta gradita citazione del fonico se ne sono aggiunte altre due di membri importanti del collettivo napoletano che buona parte dello stivale ha sempre considerato come precursori di un genere genuino nella sua essenza e negli ideali, politici e non, sempre coerenti seppur non sempre condivisibili. Non è nel nostro interesse far nomi o schierarsi dalla parte di qualcuno. Semplicemente è corretto prendere in considerazione i fatti così per come ci si sono presentati e analizzarli con estrema semplicità.
Adesso, il fatto che questa eterna lotta tra chi fa della musica vera e chi la fa per business, o chi è un personaggio di strada e chi un figlio di papà, abbia stancato, penso che sia evidente anche per i gossippari più accaniti, figuriamoci per chi sta dentro al gioco. Eppure se queste continue voci di corridoio continuano ad esser più rilevanti della musica, che dovrebbe esser l’unica ad avere voce in capitolo, significa che forse, in fondo, è anche chi ci sta dentro a questo mondo che forse la tira un po’ per le lunghe e ci ricama sopra. Cosa può spingere un collettivo come i 99 Posse, o ancor meglio, degli individui con alle loro spalle un background musicale pressoché illimitato, una fanbase fedele nel tempo ed un’impronta forte nel pensiero della musica italiana, di nicchia ma non solo, ad odiare così tanto chi riesce in un contesto simile ma prendendo strade diverse? Eppure dovrebbero sapere cosa significa ottenere qualcosa provenendo da nulla. Dovrebbero sapere come ci si sente, in questo caso come si sente Luchè musicista e Luca Imprudente persona a conquistare qualcosa con il proprio talento e godersela fino in fondo, fino all’ultimo respiro. Anni e anni di concerti, di propaganda sociale, di libertà e tutto e poi..? Vedono il diverso e lo percepiscono come una minaccia? Lo additano come un incapace? Come un falso artista? Luchè nella storia del rap italiano c’è già e ci rimarrà a lungo. Non lo testimoniano solo gli album sopra citati, ma a parlare da sé c’è il passato e ci sono i Co’ Sang, ancora oggi fonte di ispirazione per moltissimi rapper, giovani e non. Luchè ha saputo reinventarsi, allargare il suo business ma soprattutto mantenere alto il livello qualitativo della sua musica.
È da sempre un problema dell’Italia questa specie di nepotismo, di ipocrisia, di omologazione che vuole che vadano avanti solo chi si adatta, solo chi è conforme al pensiero di tutti, solo chi accetta di esser marionetta dei burattinai. Fortunatamente questa musica, Luchè e i 99 Posse stessi ci hanno insegnato che non è così, e a noi piace seguire il loro esempio.