- Categoria: Eyes On The Game
- Scritto da Gabriele Correnti
E' solo un gioco ma in pochi lo capiscono
Dopo l’ormai cult Vacca vs Fibra, e i vari Inoki vs il mondo intero, è salito agli onori di cronaca un altro scambio di opinioni sui social non proprio amichevoli tra Noyz Narcos e Jamil, appena fuori con "Black Book 2".
In molti si sono già schierati e fremono per un diss fatto di barre ed odio ma, escludendo sorprese, non sarà così. Perché questo del rap game resta comunque un gioco di cui fanno parte tutti coloro che gli appartengono. Ciò comporta che ogni artista o presunto tale deve essere in grado di tenere il colpo quanto di infliggerlo, rigirarlo a suo piacimento e trasformarlo in qualcosa che ovviamente rimanderà sempre e solo alla propria musica. Perché il diss, al giorno d’oggi, non è più una questione puramente personale, non è fatto più da freestyle improvvisati registrati in un take quanto, piuttosto, strumento di marketing o, se dir si voglia, come specchio per le allodole al fine di attirare su di sé l’attenzione, influenzando la platea.
Le vie del rap sono infinite proprio perché gli strumenti e le regole che ci mette a disposizione sono molteplici ed ognuno può giostrarli come gli pare. Chi si affida solamente alla musica, chi sfrutta i social a suo vantaggio per gonfiare il proprio personaggio ed in secondo luogo trasferire l’attenzione alla musica. “E’ solo un gioco ma in pochi lo capiscono”.