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- Scritto da Matteo
L'Exploit di Zuli: nuovo EP, reggae music e altro ancora - Intervista
Zuli ha fatto il suo ritorno settimana scorsa con un nuovo progetto, Exploit EP, uscito per la sua Large label e che anticipa il suo prossimo album ufficiale. Ce ne parla in questa intervista assieme a tante altre curiosità.
1. Ciao Zuli! Raccontaci un po' come è nato e come sta’ andando questo tuo nuovo progetto, Exploit EP.
L’idea di questo nuovo lavoro, che introduce al mio nuovo disco, sul quale sto lavorando, è ben rappresentato dalla copertina, con un toro nell’arena che manda all’aria il suo matador: questa è stata la prima suggestione che ebbi quando decisi di chiamarlo Exploit. E l’exploit viene identificato in un gesto imprevedibile che sconvolge ogni pronostico e lascia la gente con il fiato sospeso… Le canzoni sono legate l’una all’altra concettualmente perché in un certo senso rappresentano ciò che ho vissuto negli ultimi due anni e ciò che mi ha portato a capire davvero quanto è importante essere determinato fino in fondo nelle cose che fai e nella vita di tutti i giorni per poter arrivare a trovare la forza di ribaltare a tuo favore anche le situazioni più difficili. Sono molto soddisfatto di come sia uscito fuori il prodotto e dei primi riscontri da parte di chi segue la mia musica e degli addetti ai lavori.
2. Sono passati quasi 4 anni dall'uscita del tuo disco Colpi (di cui è stata pubblicata 2 anni dopo la versione Reloaded). E' cambiato da quel periodo il modo di far musica di Zuli?
Nel mio modo di fare musica è cambiato poco. Da sempre il mio modo di cantare e scrivere in maniera poco auto-celebrativa e molto narrativa mi ha portato a esprimermi su quelli che sin dall’inizio erano i generi che appartengono al mio background, di fatto: la musica reggae e quella rap.
Quello che sicuramente è cambiato molto è il mio pubblico: per quanto il reggae in Italia abbia cominciato a diffondersi nello stesso periodo del rap, parlo dei tempi delle posse, c’è da dire che a differenza del rap, il reggae in questo paese, seppur seguitissimo, è ancora adesso un fenomeno poco mainstream e le mie ultime collaborazioni di questi anni hanno sicuramente contribuito ad allontanarmi dai “puristi” del genere e ad avvicinarmi al pubblico dei giovanissimi che segue il fenomeno rap in Italia. In realtà. in tutti i paesi del mondo, a partire dalla Giamaica, ci sono tantissimi artisti che fanno musica a cavallo di questi generi, molto vicini per il loro modo diretto di comunicare… basta pensare a personaggi come Damian Marley.
3. Exploit EP è uscito per la Large, label da te fondata nel Gennaio del 2013. Raccontaci com'è portare avanti un etichetta all'interno del music business italiano e quali sono i vostri obiettivi.
Il progetto di Large è nato per essere un collettivo di artisti e professionisti, una sorta di polo creativo che in seguito ha dato vita a un’associazione culturale, realtàche, autofinanziandosi, ha il fine di promuovere la musica così come altre attività nel campo dello spettacolo e di riflesso nel sociale, Large motive. Tra le varie attività nelle quali è impegnata l’associazione c’è quella di essere un’etichetta indipendente, Large. L’obbiettivo fondamentale di questa etichetta indipendente, della quale ne sono il fondatore e il direttore artistico, è quella di fare musica e arte che rispecchi i presupposti artistici e concettuali che da sempre hanno caratterizzato il mio percorso e quello dei miei collaboratori: creare musica libera ad alto contenuto comunicativo, musica che serve, come quella che è servita alla mia formazione professionale e umana e che spero servirà, soprattutto di questi tempi, alle persone.
4. Come è stato scrivere sopra un beat a "cassa dritta" come quello realizzato da Don Joe per il singolo Riflessi?
In realtà il brano non è stato scritto sul beat ufficiale: avevo scritto e registrato mesi prima un provino su un’idea di Jake e tenevo molto al fatto che Joe dicesse la sua in merito, come producer. Il beat è indubbiamente potentissimo e sin dall’inizio mi piacque molto l’idea di sentire le mie liriche su una “cassa dritta”, cosa inconsueta per me e per il mio modo di fare musica. La gente è abituata a sentire su quel tipo di sound ben altri messaggi e naturalmente questa cosa è servita da stimolo. Il tema trattato nel brano è molto forte e quel tipo di sound prorompente, a mio parere assolutamente efficace, così come l’idea di collaborare insieme a due artisti che rispetto molto per il loro mood vero e diretto, ma allo stesso tempo diversissimo, di esprimersi. Il risultato finale esplosivo è quello che immaginavo.
5. Tu hai collaborato con tantissimi artisti della scena rap e non. Con chi altro, in futuro, ti piacerebbe realizzare un brano (o un disco)?
La lista dei personaggi che mi piacerebbe coinvolgere nei miei lavori futuri è lunghissima. Con alcuni artisti ho instaurato un bel feeling musicale e personale, primi tra tutti i ragazzi di Unlimited Struggle e Dj Double S (con cui faremo sicuramente nuove cose insieme). Ma, ripeto, ce ne sono molti altri… Di fatto “Exploit” è stato il primo progetto dove sono stato io a chiamare altri artisti a collaborare con me. Indubbiamente nel mio prossimo disco mi piacerebbe coinvolgere personaggi del panorama musicale italiano, non necessariamente legati al mondo del rap e del reggae, che preferisco non citare… ne sentirete delle belle.
6. Info, contatti e saluti
Un saluto e un mega props a voi ragazzi di hiphoprec, ai ragazzi della squadra Large, a Trumen records to, al mio uff.stampa Blaluca Press e a tutte le persone che stanno portando energia e livello a questo progetto. One love.
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