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- Scritto da Mattia
People hear what they see (Recensione)
Il titolo dell’album di debutto di Oddisee per la Mello Music Group è enigmatico e si offre a numerose interpretazioni, come lo stesso artista.
“People hear what they see” si presenta con una copertina che difficilmente accosteremmo al mondo Hip Hop. La camicia accollata e composta, l’occhiale intellettuale e questo seppia come colore di sottofondo ricordano quasi il disco di un musicista jazz di New Orleans.
Un pizzico di jazz c’è sicuramente: Oddissee è eccentrico e le diverse sperimentazioni strumentali si fanno apprezzare in tutte le tracce.
“Ready to rock” apre la scaletta: un grandioso overbeat distrugge tutti i nostri dubbi sull’eventuale mancanza dei nostri amati contenuti rimaioli e metrici. La strumentale di “Do it all” non ha nemmeno bisogno di essere descritta, così come quella della traccia “That real”. Il disco spazia tra sonorità prettamente old school e non, perfettamente mixate a nuove idee e suoni che l’artista sviluppa, ma sempre con ottimi risultati.
“The Need Superficial” tratteggia un’atmosfera che fa tanto anni ’80, mentre i pochi featuring si limitano alle strofe di Yu e XO, “colleghi” di Oddisee per il terzetto Diamond District e ad un paio di stacchi melodici affidati ancora a Oliver Daysoul e Ralph Real.
Largo ai sentimenti in “You know who you are”, di cui è presente su You Tube anche una versione acustica notevole con l’ormai solito, e grande amico di Oddisee, Olivier Daysoul.
L’album è pesante, ma solamente in termini di contenuti e qualità.
Basi curate e varie, flow e strofe allenate e difficili da contestare, così come il percorso complessivo del disco che non va mai fuori tema. Oddisee è un self-starter, autoproduce le strumentali e ha molti tratti indie, ma anche senza una major e i big alle spalle questo disco è senza ombra di dubbio uno dei must degli ultimi mesi. Pulito, ben costruito e di ottima fattura. Consigliatissimo.
(Mattia Polimeni)