- Categoria: Eyes On The Game
- Scritto da Marco Bianchessi
I PNL e la Vida Loca
"La vita pazza non dura si sa, in piazza la fame crea un’altra bestia che smazza la coca ai fra"
Jake la furia è sempre stato uno dei miei MC preferiti, uno di quelli che con due barre messe al posto giusto metteva ko tutto il resto della canzone e rendeva insignificante chiunque gli stesse accanto. E proprio con due barre di un suo brano "Vida loca pt.2", voglio iniziare questo pezzo, lui che ha cantato la Vida Loca Milanese mi sembra un buon punto di partenza per parlare del duo francese PNL e della loro recente trilogia di video.
"Dans la Legende" è il loro ultimo album, uscito nel 2016, un album che ha riscosso un successo nazionale ma anche internazionale, l’unico ostacolo che ha incontrato lungo la sua strada è stata la barriera linguistica che ne ha impedito una diffusione ancora più capillare. La forza di questo disco è stata la sua capacità di creare un immaginario preciso intorno a se: tutto questo è stato possibile anche e soprattutto per mezzo dei video, che hanno portato persino me che non ascolto niente di rap francese a restarne quanto meno colpito, con quasi 100 milioni di views in 3 capitoli.
Il filo conduttore è quel mondo che Achille Lauro ha cercato di portare in “Ragazzi Madre”, il mondo di cui parlava Jake la Furia in “Vida Loca” ma anche la Barona di Marracash o la Zona 4 di Tedua e Rkomi. Quel mondo che io, proveniente da una famiglia della classe media Italiana, non ho mai veramente conosciuto se non attraverso il filtro della finzione del cinema o della cronaca tv. Quel mondo fatto di tute di Foot Locker, di Air Max e maglie da calcio, borselli e cappellini con visiere a becco (tanto per citare Sfera Ebbasta) che la così detta classe media ha da sempre guardato con un’aria di disapprovazione o quanto meno di sospetto. Attraverso la musica, che ha il potere di ribaltare le cose e di mostrarle sotto una nuova luce, danno una dimensione istituzionale a tutto ciò, portano il loro vissuto nel mondo della finzione audio visiva e creano quindi, un immaginario tanto cinematografico quanto accurato e critico rispetto al mondo della Banlieu e dei personaggi che la popolano. La storia che cerca di raccontare è quella di una famiglia qualunque travolta dalle conseguenze di decisioni e scelte sbagliate, la scelta della vita di strada e della vendetta a qualunque costo, senza possibilità di ulteriori vie d’uscita.
Prima ho parlato di un immaginario che diventa quasi cinematografico, con il “cattivo” (un ragazzo che sembra Lil Yachti senza treccine) che mette al suo servizio il quartiere seguendo le regole che solo un novello Tony Montana ha, “The world is yours”. Questa famiglia viene travolta dal desiderio e dalla fame di questo boss del quartiere che per prendere il controllo della piazza e dello spaccio, dapprima riesce a far sbattere in galera il figlio maggiore (il suo principale antagonista per prendere il potere) per poi rovinare la vita agli altri due figli, alla ricerca di una vendetta personale per poter riprendere il controllo e riscattare il loro fratello ormai carcerato. Indipendentemente dall’opinione personale che ciascuno può avere a riguardo, e indipendentemente dal fatto che poi ognuno sia responsabile per le scelte che compie - di conseguenza se sbaglia non può che prendersela con se stesso - ci sono alcuni dettagli da considerare. La prima cosa che viene messa in luce è una sorta di ereditarietà di questa vita che passa di mano in mano, in qualche modo contagia tutta la vita delle persone con cui entra in contatto, in una sorta di passaggio di consegne tanto simile al passaggio di mano tipico dello spacciatore col cliente. Significativo in questo senso è il momento nel quale "Naha", il più grande, regala ai due fratelli due magliette da calcio con scritto sopra i lori nomi “Onizuka” e “Bene”, in un ipotetico passaggio di consegne che ancora non si è materialmente concretizzato ma che di lì a poco si materializzerà.
Un secondo fattore che ho trovato interessante è che i PNL, hanno mostrato come non ci siano ripensamenti nel momento in cui si decide di intraprendere un percorso legato al mondo della strada: è come una donna gelosa, non ci sarà nessun’altra per te se non lei, non la scuola, non lo sport, non gli affetti. Il caso di Onizuka è emblematico, lui che era lo studente della famiglia, decide di prendere in mano l’eredità lasciata dal fratello creandosi il suo giro di conoscenze e di spaccio, abbandonando piano piano l’università. Molto forte è una scena sul ritornello, in cui viene inquadrato il suo banco, vuoto.
Un terzo fattore che si può riscontrare, e che alla fine è il tema principe del terzo video “Bene” è la facilità con la quale i bambini entrano in contatto vengono travolti da questa vita. Un tema caro anche ad Achille Lauro, che racconta in modo magistrale in “Wow”, bambini che se fossero realmente consapevoli di ciò che fanno, farebbero wow ma come abbiamo detto fino ad ora, la vida loca non risparmia nessuno e se la scegli ti prendi eccome dei rischi.
L’ultima cosa che ho notato è l’assenza di donne, se non in quanto madre e amante: le donne vengono viste in modo passivo rispetto ad una società che vede nel maschio la figura cardine. Questo mondo non è una cosa per donne.
"Lui vuole comandare la città con la sua banda, vuole finire a colpi di beretta gli altri randa"
In sintesi, per chi non li conoscesse, ascoltateli e guardate i video perchè questa breve introduzione non rende giustizia rispetto ad un lavoro veramente di qualità.