- Categoria: Interviste
- Scritto da Matteo
Jesto ci racconta Justin, il suo album più maturo
E' sempre un piacere scambiare quattro chiacchiere con Jesto, artista sincero che sta dedicando la sua vita alla musica. Settimana scorsa è uscito con "Justin", il suo nuovo album ufficiale attesissimo dai fan, e ce ne ha parlato in questa nuova intervista, dove non potevano ovviamente mancare domande sui passati mixtape e su altro ancora.
1. Ciao Jesto! Justin è il tuo nuovo album, la cui copertina è totalmente opposta rispetto a quelle dei tuoi ultimi dischi. Dato che stai sempre molto attento all'aspetto grafico, cosa ti ha portato a questa scelta?
Nulla è casuale, come sempre quando si parla di Jesto. La copertina dell'album rispecchia il concept del disco, così come il titolo. Dopo aver sconvolto il pubblico con le copertine dei vari Supershallo, questa volta ho deciso di metterci la faccia, di mettermi a nudo. Da qui il mio vero nome come titolo e la copertina senza scritte, ma con solo il mio volto, il mio sguardo. Un semplice scatto che però esprime il contenuto dell'album: io, il vero me, senza filtri, senza finzioni. Essendo il mio primo disco ufficiale dopo una infinità di mixtape, volvevo che fosse evidente l'upgrade già solo dall'artwork.
2. Possiamo definire "Justin" il tuo disco più maturo di sempre?
Assolutamente sì. Sono riuscito a fondere i vari mood che ho creato negli anni, lasciando fuori il superfluo, andando dritto al sodo. L'album parla di me, della mia vita, delle mie esperienze vissute, è quasi un diario.
Ci sono canzoni molto profonde, che toccano le corde dell'anima. Naturalmente ho anche fatto uscire il mio lato Supershallo, come in "Puttantour". Io sono un misto di tutto questo, l'Ironia e il sarcasmo che si mescola alla poesia e alla malinconia. E' un disco molto vario, quasi schizofrenico, si passa da punchline scherzose a massime sulla vita, da una traccia all' altra. Come nella vita vera, vado a toccare tutte le sfumature dell'essere umano, fatto di lacrime e sorrisi.
3. Come mai la decisione di affidarti quasi esclusivamente ad un solo producer, Pankees?
Dopo aver registrato da Pankees "Supershallo2", "Supershallo3", "SupershalloZero" e "Mamma Ho Ingoiato L' Autotune2", ormai abbiamo un feeling speciale in studio. Abbiamo deciso che fosse tempo di passare allla lavorazione dell'album ufficiale, grazie all' esperienza maturata con i mixtape. E l'upgrade si sente subito. Siamo cresciuti entrambi molto durante la lavorazione dell'album. E poi in quanto a HipHop abbiamo gusti molto simili, siamo appassionati di Trap da tempo, e di South ancora prima. Abbiamo un background musicale che si fonde perfettamente. Poi nell' album non poteva mancare la produzione di 3D (con la collaborazione di Skioffi) su "Io Sono". Con 3D abbiamo cacciato hit ormai culto del rap Italiano, come "Nuovo Guè" o "Amy Winehouse". E questa volta abbiamo nuovamente alzato il livello.
4. Tra tutte le tracce del disco, hai scelto Puttantour come primo singolo. Raccontaci il perchè di questa scelta e di come è nato il videoclip.
Avevo questa idea per il video che si sposava perfettamente con la canzone. Volevo partire rimarcando a tutti quanti che SupershalloBoy stava tornando. Ho abituato il pubblico a idee e trovate geniali, e questa volta posso dire che ci siamo superati. "Puttantour" non rispecchia il disco, che è molto più 'conscious', ma serviva ad attirare l'attenzione, a far dire a chi non mi conosceva "E chi cazzo è questo?!" È Jesto!
Poi, come sempre, sono molto attento al periodo storico in cui vivo. Da qui l'idea di mettere un 'frullato' di attualità nel video, da Donald Trump (ribattezzato Donuld Trap), a Salvini, a personaggi web come FaviJ e tutto il resto. Il risultato è stato come un rivomitare un centrifugato di attualità, filtrato dalla mia visione sarcastica e autoironica.
5. Qual è stata la traccia più difficile da scrivere?
"Papà". Non tanto nello scriverla, visto che l'ho creata in pochi minuti, quanto per il dolore che esprime. È una canzone che dovevo fare da molto tempo, ma per cui non ero pronto umanamente e spiritualmente. Poi una mattina mi è arrivata la forza di mettermi a scriverla, ed è venuta fuori da sola. Certe emozioni le coltivi dentro per anni prima di riuscire ad esternarle. Sono molto soddisfatto di esserci riuscito, la reputa la mia canzone più bella di sempre. Chiunque la senta si commuove, e ho visto persone piangere sentendola.
È stato un pò il mio restituire a mio padre l'eredità artistica che mi ha lasciato, è stato un pò il mio fare pace con lui. Non avendo potuto farla di persona, l'ho fatto con quello che io e lui abbiamo in comune: la musica. Non a caso canto su un tappeto trap accompagnato dalla chitarra, il suo strumento.
6. Cambiando discorso, cosa ci dici riguardo il disco con Secco? Come è andato? Come è stato realizzare un progetto in così poco tempo?
E' andato una bomba! Paradossalmente tanti ci hanno scoperto con XtremeShallo, nel quale già solo nel naming abbiamo fuso la filosofia Supershalla, creata da me, a quella dell'Xtreme, creata da lui.
Con Secco facciamo pezzi, ep, mixtape in 3 giorni dai tempi di "21 ore". È una cosa che abbiamo inventato noi, insieme a tutto il nostro giro di Roma che ruota attorno al Bunker Studio. Noi abbiamo un approccio molto americano: ci mettiamo in studio, sentiamo beats, scriviamo, registriamo in modo molto naturale, quasi freestyle. Siamo nati per questa cosa. Non a caso veniamo entrambi dalle battle di freestyle!
7. Hai intenzione di battere il tuo record di mixtape realizzati in un anno, magari in futuro?
Sapete che ho bisogno di registrare come un pazzo! Per ora posso dire solo che partiamo col disco ufficiale, che mancava dal 2010. Mi sono concentrato per 6 mesi per farlo uscire così com'è uscito. Ma vi ricordo che manca ancora il volume 4 all' appello. E tanto altro...
8. Tu che hai sempre un occhio verso il sound e lo stile degli States, come vedi invece l'evoluzione del rap italiano di questi anni?
Mi piace il fatto che in Italia finalmente sia stato sdoganato il sound americano. Io rappo sulla south e uso l'autotune dal 2009 (E' La Crisi! Mixtape), quindi sento come se finalmente l'Italia fosse pronta per quello che faccio, anche grazie alla nuova ondata di rappers che ha contribuito ad abituare le orecchie del pubblico. Prima sembravo l’unico folle a rappare su 50 bpm!
9. "Domandona" finale. Rap o donne: se fossi obbligato a scegliere o uno o l'altro, cosa sceglieresti?
Musica. La mia priorità è l'arte. Vivo per questo. Attualmente non posso permettermi una fidanzata, sia per il poco tempo, sia perchè il mio focus è sulla creazione. Tutto il resto viene dopo. Difficile trovare una donna che accetti questo, che accetti di venire dopo la musica.
10. Info, contatti e saluti
Ricordo che il 29 aprile presento l'album per la prima volta dal vivo al Brancalone di Roma, e vi anticipo che la seconda tappa dal vivo sarà al Legend Club di Milano il 7 maggio.
Bella ragà, è sempre un piacere interfacciarmi con voi di HipHopRec!
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