- Categoria: Interviste
- Scritto da Matteo
Kiave - Intervista
HIPHOPREC.com intervista il rapper gentiluomo cosentino Kiave, da poco fuori con il suo album ufficiale Solo Per Cambiare Il Mondo.
1. Ciao Kiave. “Solo Per Cambiare Il Mondo” è il tuo ultimo album. Raccontaci un po' che tipo di album è e come è stato portarlo a termine.
L’album, come tutti i miei album, è un contenitore di quello che sono io, un piccolo riassunto del periodo che sto vivendo, e proprio questo periodo è particolare perché sono abbastanza stanco di molte cose: stanco della passività della gente che si lascia scivolare tutto addosso, stanco del vedere che le cose non cambiano, talmente stanco da avere solo la forza di rimboccarmi le maniche e produrre qualcosa di nuovo e pungente. Come sempre con tutto me stesso!
2. Hai scelto un titolo molto importante. In che senso vuoi cambiare il Mondo?
Cambiare il mondo è semplice, basta cambiare se stessi, questo altera un equilibrio e di conseguenza anche il mondo ne risulta cambiato.
Il titolo ha anche un'altra potenziale interpretazione, cioè spiega il motivo per cui faccio musica.
Puoi fare in modo che il mondo ti cambi quando fai un disco, e quindi assecondarlo e cercare di fare quello che la gente vuole, oppure puoi importi, e cercare di dare alla gente qualcosa in cui rispecchiarsi, ma secondo i TUOI canoni.
Allora sei tu a cambiare le cose e cambiare il mondo, non il mondo a cambiare la tua musica.
3. Il tuo è un album ricco di suoni di vero rap e di feautiring di spessore. Parlaci delle strumentali dei pezzi e delle collaborazioni al suo interno.
Io sono molto fissato con la parte strumentale di un album, e per fortuna ho avuto Fid Mella che mi ha assecondato in questa avventura, e abbiamo cercato di spingere il suono più in là.
Poi tutti i produttori che si sono aggiunti, Res Nullius (Crazeology), Deleterio, Vox P, Main Loop, Squarta, Stokka, Impro, hanno saputo dare il loro tocco personale.
Sono tutti artisti che stimo e persone a cui tengo, dai featuring alle produzioni, non riuscirei ad avere sul mio disco qualcuno solo per convenienza, non entra nel mio disco un artista se prima io non sono entrato a pieno nel viaggio della sua musica, penso sia normale no?
4. Il pezzo “SunTzu” ha anticipato mesi fa l’uscita del disco e ha avuto un buon successo all’interno della scena e non solo. Ci puoi spiegare meglio l’ultima frase “se l’uomo con il ferro incontra l’uomo con la biro, il primo è un uomo finito”?
Semplicissima, le pistole si arrugginiscono col tempo e spesso non funzionano più e sono un forte esempio di globalizzazione , perché ognuno può fare male con la propria pistola, è uno strumento semplice come “odiare”.
Mentre le parole possono sopravvivere a qualsiasi cosa, possono rimanere nel tempo e cambiare il mondo, sono immortali, e rendono l’artista stesso che le compone immortale.
La pistola uccide, la biro rende immortali, questa è la differenza.
5. Un altro video estratto dal disco è 11 Storie. Parlaci di cosa ti ha portato a realizzare uno storytelling come questo e che messaggio c’è al suo interno.
E’ nato in una sera fra birre e chiacchere con un mio amico artista, che è costretto a fare altri 100 lavori per mantenersi dato che l’Italia gli impedisce di esprimere appieno la proprio arte.
Ad un certo punto ci siamo trovati a dire: “immagina se fossimo nati in Francia, o in Inghilterra, per non parlare dell’America” dove c’è meritocrazia, qui è tutto sbagliato, in Italia è tutto sbagliato… alla decima volta che lo dicevamo, in testa è nato il pezzo. Io non ho fatto molto, ho solo messo in rima le vite di persone che meriterebbero di più.
6. Una delle tracce che più mi ha colpito del disco è stata “Street Fighter” con Ensi e Clementino. Che rapporto hai con loro due?
Scrivo i testi dei loro dischi di solito…ahahahahaha, scherzo logicamente! Sono due artisti che stimo profondamente, i miei due freestyler preferiti e due fra i miei migliori amici, quindi, è normale averli sul mio disco.
7. Ultimamente è venuta fuori la polemica tra nuova e vecchia scuola. Tu che sei nella scena dalla fine degli anni '90 cosa ti senti di dire al riguardo?
Si è vero, io sono in una sorta di limbo temporale nella polemica, e quindi non mi sento di dire troppo, ma io mi rifaccio al rap degli anni novanta perché sono i rapper degli anni novanta che mi hanno ispirato e anche insegnato come si rappa, da Dj Lugi a Kaos da Mauri B a Turi, e tanti altri.
Sono convinto che la nuova scuola sia davvero solida, nomi come Mecna, Johnny Marsiglia o Mezzosangue ci fanno capire che il rap è ancora vivo, e in forte via di sviluppo/evoluzione, e per noi che ci avviciniamo ad un'età diversa, pronti a superare i trenta, queste nuove leve sono uno stimolo continuo.
8. Qual è la canzone che ti ha fatto dire “amo l’hip hop”?
“Arresta” degli O.T.R., tratta dall’album : “Quel sapore particolare” che ancora custodisco in cassetta originale.
9. Quali canzoni, invece, troviamo nel tuo lettore mp3 in questo periodo?
Kendrick Lamar ha un po’ invaso il mio lettore, di prepotenza, ma amo il disco ultimo di Nas e ascolto i dischi dei tre mostri della nuova scuola che ho nominato nella risposta precedente.
10. Hai già in cantiere dei progetti da solista o in collaborazione con gli altri della Blue-Nox?
Chi lo sa, forse si, forse no, ehehehheehh . Ormai abito a Milano, qui non è concesso fermarsi un solo secondo ;)
11. Info, contatti e saluti.
Ringrazio te per l'intervista e di seguito lascio i miei contatti, a presto.
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