- Categoria: Recensioni
- Scritto da Gianluca
Willie Peyote - Educazione Sabauda (recensione)
Qualche mese fa ebbi la fortuna di ascoltare e di scrivere delle righe su "Quattro San Simoni e un Funerale", ultima uscita (ep) del rapper torinese Willie Peyote. Definire rapper un personaggio complesso e particolare come Willie Peyote è assolutamente riduttivo, andrebbe a svilire quella che è la sua percezione della musica, la sua sensibilità artistica. E se realmente fosse una via di mezzo tra il rap hardcore e la canzone d'autore? Fuochino. Si, perchè il buon Willie mostra nel suo modo di concepire il genere connotazioni molto forti di entrambi questi microcosmi musicali (che a loro volta si presentano simili in alcuni aspetti), ma riesce a districarsi agilmente da entrambi (consapevolmente). La cosa che colpisce dal primo ascolto di questo intricato (ed intrigante) rapper è la sua capacità di esser diretto (talvolta anche in modo forte) pur senza "urlare", facendo un tipo di rap al tempo stesso hardcore ed intelligente, che arriva forte come un macigno all'orecchio dell'ascoltatore pur mantenendo una raffinatezza stilistica di fondo. Ed è proprio questa sua particolarità che ha portato l'artista ad essere escluso dai salotti "buoni" del rap italiano (il raduno degli imbecilli in versione doppia H) ed essere etichettato come "Punk". Se ciò inizialmente è stato motivo di allontanamento da questo ambiente, con il tempo è diventato elemento di crescita fondamentale che ha portato Willie Peyote ad essere quello che è oggi. Passando attraverso il primo disco, "Non è il mio genere, il genere umano", i lavori con i Funk Shui Project e l'ep "Quattro San Simoni e un funerale" uscito ad Aprile 2015, oggi ci troviamo di fronte un rapper maturo che cerca di portare le sue robe ad un livello successivo sempre maggiore. Il 10 Dicembre 2015 esce "Educazione Sabauda", secondo disco ufficiale di Willie Peyote. Che tipo di disco ci dobbiamo aspettare questa volta? Andiamolo a scoprire insieme!
"A metà tra il Rap Hardcore e la canzone d'autore/non per essere il migliore, ma l'eccezione"
Il disco inizia con un vero e proprio statement, una dichiarazione d'indipendenza con cui il buon Gugi si eclissa da tutti quegli elementi "che si litigano il pubblico con Emma Marrone". Non è una critica, è una distinzione plateale quella che viene fatta in questo pezzo: sta a chi ascolta scegliere!
"C'hai un lavoro di merda e il tuo capo è cinese? C'hai un lavoro di merda e il tuo capo è italiano? Tanto ormai lo sappiamo, è palese, tutto il mondo è paese!"
Questa parte del disco è dedicata a tutti i benpensanti del nostro paese. E non ci si limita al tema del razzismo, ma ad una miriade di luoghi comuni che ancora oggi delimitano inesistenti categorie sociali (gli ubriachi in "C'era una vodka", i fumatori in "La dittatura dei nonfumatori"). Bisognerebbe spostare l'obiettivo della critica su altri elementi molto più gravi, o magari bisognerebbe farsi di più i cazzi propri, chissà..
"Cambia nazione, cambia amici, cambia tutto quello che devi cambiare. Altrimenti trova un modo per fartelo andar bene."
E' “il periodo di merda più bello” della vita di Willie Peyote. Queste ultime parole di "Allora ciao"(prese da una conversazione con il padre) rappresentano perfettamente il mood del disco, sia da un punto di vista lirico, sia da un punto di vista musicale. Cambiare tutto, trovare l'alternativa, anche se di preciso non si capisce mai quale sia l'alternativa, l'eccezione. Ma è proprio da questo periodo di merda che viene fuori un lavoro straordinario.
Alle produzioni invece troviamo due compagni storici di Willie Peyote, ossia Frank Sativa e Kavah, a cui si unisce una leggenda torinese, il buon vecchio DJ Koma! Inoltrw grandissima produzione di Godblesscomputers su "Truman show". Sarebbe ingiusto citare solo i beatmaker: sul disco infatti sono presenti tutta una serie di arrangiamenti che rifiniscono il disco alla perfezione. Hanno lavorato sul disco infatti anche Adriano Vecchio, The BlueBeaters, i Funk Shui Project, oltre al perfetto lavoro di rifinitura di Night Skinny. Troviamo pochi, ma buonissimi featuring nel disco: c'è tanta Black City anche in questa parte del disco dove troviamo i due migliori esponenti della attuale scena torinese, ossia Ensi (One Mic) e il grande Paolito aka Litothekid (Duplici). Grandissimo contributo di Tormento in "La scelta sbagliata", bellissimo ritornello.
In definitiva, per il sottoscritto "Educazione Sabauda" entra di diritto nella top 3 di questo 2015. Il motivo è molto semplice: è un disco innovativo che suona classico, curato alla perfezione, in cui gli incastri apparentemente semplici (ma letali) incontrano le tematiche più varie, rendendo cosi il disco straordinariamente completo. Finalmente abbiamo un'alternativa credibile, fortissima al solito modo di fare rap in versione italiota!