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  • Categoria: Recensioni
  • Scritto da Matteo Da Fermo

Gel - Io Non Sono Buono (recensione)

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Valutazione attuale: 4 / 5

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Il 29 aprile è uscito “Io non sono buono”, il quarto album solista di Gel. Il disco arriva dopo ben 8 anni da “Il Ritorno”, il suo ultimo lavoro. Lui stesso ha in un certo senso rinnegato quel disco oltre ad esser tornato sui suoi passi dopo aver annunciato nel 2014 il suo ritiro dalle scene su Facebook (qualche tempo fa lo abbiamo anche intervistato per sapere qualcosa di più), ma questa è un’altra storia.

Comunque sia andata, per il rap italiano è un bene che Gel sia tornato a fare rap. “Io non sono buono” è infatti un disco che, a nostro avviso, ci voleva in Italia. Stiamo parlando di una delle menti che hanno dato vita ai Truceboys, un gruppo che ha dato vita ad uno stile che a suo modo, piaccia o no, ha fatto la storia.

Questo disco quindi non poteva che essere un disco al 100% rap. In un momento in cui questo genere tenta sempre di più di affacciarsi nel pop o nella trap, chi rimane fedele alla doppia H è da lodare. L’album, uscito per Quadraro Basement, è stato prodotto interamente da Fuzzy. Se non lo avessimo saputo, lo avremmo quasi immaginato, in quanto il disco pur avendo due o tre sotto branche musicali, sembra percorrere un unico sentiero relativamente alle produzioni, quello di suoni old school leggermente rivisitati.

Liricamente, come confermato anche dallo stesso Gel, l’artista ha agito su due strade, una più “truce” ed una più “conscious”. D’altronde stiamo parlando di un rapper da sempre abile nella scrittura.

Sul fronte featuring ci sembra che il rapper abbia scelto con attenzione le collaborazioni, per evitare di snaturare il lavoro. Il pezzo con Noyz Narcos, “Ho peccato”, è ovviamente nello stile che ha reso “famosi” entrambi. Questo mood ha inoltre qualche assonanza con la traccia con Richard Green, “Sparare su Roma”. Di tutt’altro mood è il pezzo con Julia Lenti e Lucariello “Chiudo gli occhi”, una canzone profonda ma non eccessivamente “patinata”, nel quale gli stili completamente diversi dei tre interpreti si amalgamano perfettamente con uno stupendo beat. Un pezzo che aspettavano in tanti è “Un uomo di plastica”, che trova il featuring di Fibra. Il singolo è stato scelto infatti come terzo video estratto e crediamo abbia soddisfatto le aspettative degli ascoltatori.

Forzando un po’ il paragone, tale pezzo ci è sembrato il continuo di “A volte”. Pur essendo questa volta un certo sentimento di alienazione a fare da sfondo al brano, ci è sembrato sulla stessa linea di pensiero. Per questa traccia una menzione particolare è da fare alla produzione di Fuzzy, un beat non banale che grazie a diversi cambi di ritmo attira l’attenzione dell’ascoltatore.

Concludendo, "Io non sono buono" è un disco che gli amanti del rap nostrano devono avere. Noi personalmente ci aspettavamo un album del genere, ne più ne meno. Immaginavamo infatti che un ritorno sulla scena - al giorno d'oggi brancolante di iene - da parte dell'artista romano, non sarebbe stato lasciato al caso, realizzando ad esempio un prodotto insipido o non perfettamente attinente alle linee musicali che da sempre hanno contraddistinto il rapper romano. 

 

Matteo Da Fermo
Author: Matteo Da Fermo
"Quando ancora c'era qualcosa che avesse un senso non pensavamo ad entrarti da dietro noi pensavamo ad entrarti dentro" (Bassi Maestro).

Gel - Io Non Sono Buono (recensione) - 3.5 su 5 basato su 4 reviews