- Categoria: Recensioni
- Scritto da Mattia
Rick Ross - God Forgives, I Don’t (recensione)
"God forgives, I don't è una storia molto oscura, estremamente lirica. La musica è di un altro livello. Non mi aspetterò altro se non i migliori risultati. Le collaborazioni vi sorprenderanno ragazzi”. Così si era espresso Rick Ross durante la conferenza stampa per la Maybach Music pochi mesi prima del rilascio del suo quinto album, ora disponibile dal 31 Luglio e dal titolo molto, molto pretenzioso. Rick Ross è gigantesco e come ben gli si addice ha voluto fare le cose in grande. Grandi produttori, vedi Pharrel Williams, Dj Khaled, RIco Love e Cool & Dre. Grandi features, vedi Dr. Dre, Jay-Z, Nas, Ne-Yo, Drake, Andrè 3000, Usher, Wale e John Legend. Mescolate il tutto nel pentolone e capirete la scelta del titolo da parte dell’artista, conscio di aver creato qualcosa di importante.
La traccia “3 Kings” salta subito all’occhio: per i nomi presenti e per la strumentale che non può non piacere è sicuramente la ciliegina su una torta di per sè decisamente buona. “Pirates” forte e amara, è un classico Rick Ross. “Ashamed” ha un’atmosfera più retrò, ma ben amalgamata con la strofa del rapper statunitense. “Sixteen” presenta il feature di Andrè 3000 degli Outkast e porta uno stacco tranquillo alla forza quasi pesante che è la linea portante di tutto il disco. “Triple Beam Dreams” è la cattivissima con Nas, che anticipa la chiusura soft dell’album eseguita da “Rich forever”, affidata all’ottimo melodico di John Legend che accompagna una strofa conscious di Ross.
Il set delle strumentali è accattivante e la voce roca di Rick Ross le cavalca bene, una voce sempre impegnata e profonda (anche se spesso inversamente proporzionale ai contenuti delle strofe - piccola pecca forse). Per questa volta, almeno noi, possiamo perdonarlo giusto per rimanere in tema e gustarci un album di pregevole fattura, in ogni caso.