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Universal dice basta alle esclusive streaming dei suoi artisti. Inizio di uno scontro?

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L'ultima settimana è stata decisamente la settimana di Frank Ocean, che con un visual album, un album ufficiale, un magazine e dei pop-up store, si è preso in un colpo tutta l'attenzione mediatica a cui aveva rinunciato dal 2012 a oggi. Affianco all'hype legato al fatto del ritorno artistico di uno dei personaggi più talentuosi dell'industria, le pubblicazioni dell'artista di New Orleans hanno fatto abbastanza incazzare i colossi del mercato discografico mondiale, e in particolare Universal Music Group, proprietaria della Def Jam Recordings a.k.a la sua label. 

Perchè un'etichetta dovrebbe essere incazzata dopo che un suo artista ha tirato fuori uno dei progetti più importanti dell'anno? Semplice. Universal e Def Jam non stanno dando di matto a caso, anzi, è assolutamente naturale che siano fuori di sé, visto che Frank Ocean ha costruito una sorta di statua a dito medio cattelaniana verso le sue label, pubblicando il visual album "Endless" per Def Jam e "Blond", ossia il disco che andrà al 90% ai vertici della classifica Billboard e che arriverà in scioltezza almeno al disco d'oro, da indipendente, per la sua label "Boys Don't Cry". Un album pubblicato però in esclusiva per Apple Music, quindi un album che non solo Apple sapeva che sarebbe stato indipendente prima di Def Jam e Universal, ma di cui ha anche finanziato la realizzazione prima di chiunque altro.

Ora dovrebbe essere chiaro il perchè della rabbia di Universal, orfana a questo punto delle vendite di uno degli album più importanti dell'anno e la cui risposta non è stata affatto pacata, visto che il CEO Lucian Grainge non solo ha chiaramente fatto sapere che non farà mai più accordi di distribuzione con Apple, Tidal, Spotify e qualsiasi altra piattaforma di streaming, ma avrebbe addirittura contattato tutte le altre più importanti major del mercato via mail invitandole a fare altrettanto.

Sembra così che questo possa essere l'inizio della fine delle esclusive in streaming, perlomeno per gli artisti sotto contratto con una major. Sì perchè Frank Ocean è il secondo artista grosso dopo Chance The Rapper in questo 2016, a decidere di pubblicare il suo album senza alcuna etichetta e affidandosi soltanto agli investimenti di Apple Music. Investimenti guidati dal caporedattore dei contenuti di Apple Music, Larry Jackson, che sta costruendo importanti relazioni con gli artisti, e che nonostante abbia diritto di parola sulle mosse dei musicisti con cui lavora, sembra essere di gran lunga preferito all'ingombrante presenza delle major, che mai come oggi risultano lontane dagli artisti e dalle lore esigenze. Ironia della sorte, Larry Jackson, pupillo di Jimmy Iovine, è un ex dipendente di Universal Music Group.

Siamo all'inizio di una battaglia tra label e compagnie di streaming? Probabilmente dopo un iniziale scontro si arriverà ad un accordo vantaggioso ad entrambe le parti. Tuttavia la mossa di un importante personaggio del panorama musicale come Frank Ocean, assieme alla strada già percorsa da Chance The Rapper, potrebbero segnare la nascita di una nuova via per la pubblicazione dei contenuti nell'era digitale.

 

Gabriele
Author: Gabriele
"This is my canvas, I’ma paint it how i want it baby” (J. Cole).