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Le Intro di Claver Gold e J.Cole, per spiegarne l'importanza

ClaverCole

Le Intro di Claver Gold e J. Cole, per spiegarne l’importanza.

La musica in quanto tale è qualcosa che va oltre la semplice consumazione, che sia economica o del tempo dell’ascoltatore. La musica, o meglio, il disco in sé, è qualcosa che va capito, ascoltato, assimilato, dal quale bisogna prendere tutto ciò di cui si ha bisogno. Nel concept di un lavoro, delle tracce, un’importanza capitale è rivestita dalle intro, le quali molto spesso vengono trascurate perché considerate solamente “una traccia in più”.  Bisogna invece capire che le suddette, hanno molta più importanza di quanto si possa pensare. Le intro dettano il mood del disco, le aspettative, i pensieri, a volte più intimi, a volte più giocosi che l’artista ha messo in gioco per il suo progetto. Per dimostrarne il valore assoluto, ne prenderemo in considerazione due che ci sono rimaste particolarmente nel cuore per la loro lirica visionaria accompagnate da strumentali che vogliamo definire speciali.

La prima è quella di Claver Gold, che oramai noi tutti conosciamo bene per la complessità e la capacità con la quale riesce a metter nero su bianco riflessioni e concetti mai banali, utilizzando la talentuosa vena poetica che il fato gli ha concesso senza mai scadere nel particolarismo forzato o nell’ermetismo lirico. L’intro in questione è quella di “Melograno”, ultimo, splendido lavoro del liricista marchigiano, il quale accompagnato dal fedele amico e produttore Kintsugi, crea un’atmosfera quasi onirica per rime che scorrono limpide insieme alla memoria ed al ricordo di Claver. La traccia è da brividi, e descrive da sola ciò che poi sarà ‘Melograno’, un disco curatissimo e ricco di contenuti.

“.. voglio trovare un’emozione chiusa in un momento, in un evento senza tempo sospeso nel vuoto, per ricadere in un ricordo, liquido d’azoto.”

La seconda Intro che vogliamo menzionare è quella di J.Cole in “2014 Forest Drive Hills”. Il giovane rapper di Francoforte ha dimostrato come per essere numeri uno non serva metter in mostra auto di grossa cilindrata, belle donne o uno stile di vita gangsta. Ha piuttosto preferito farsi spazio in questa giungla che è la musica parlando di sé, dei suoi sogni, delle sue ambizioni e del suo passato. E la traccia numero uno, l’intro, ne è una perfetta dimostrazione. Qui, J.Cole, mette in mostra tutto sé stesso, grazie ad una produzione da lui curata, con chiare influenze del Jazz e del Blues, e un video che lo accompagna, in cui viene creata una particolare atmosfera, nella quale attraversa, su una bicicletta, una città notturna, invitandoci a fare un viaggio dentro di sé e dentro il mondo nel quale, una volta spente le luci, siamo liberi di fare i conti con la nostra libertà, con i nostri desideri e col nostro cuore, liberandoci dalle paure e dal dolore. Una traccia delicata ma intensissima.

“Life get hard, you ease your soul, it cleanse ya mind, learn to fly, then reach the stars, you take the time, to look behind and say “Look where I came, look how far I done came..”

 

Gabriele Correnti
Author: Gabriele Correnti
"...e mi hanno detto 'la vita non è un film', io ho risposto 'parla coi miei dubbi." (Caneda)