- Categoria: Recensioni
- Scritto da Gianluca
Fabri Fibra - Squallor (recensione)
7 Aprile 2015, 00.00 in punto. E’ stata una giornata abbastanza complessa, la solita lotta di un Lunedì di Pasquetta che ti lascia con poche forze addosso e con poca voglia di stupirti ancora. O almeno così credi. Torni a casa, sguardo veloce al telefono e volgi gli occhi ad un messaggio in particolare, quello del tuo migliore amico, che in tre parole riesce a cambiare la storia di una nottata già segnata in partenza: “Fibra è tornato.” E’ tornato, all’improvviso, e anche stavolta è pronto a lasciare il suo marchio indelebile sulla storia dell’Hip Hop italiano. A questo punto potrei tranquillamente iniziarvi a parlare del disco, ma sarebbe riduttivo e non darebbe la reale percezione a quello che è stato il percorso di Fabri Fibra per arrivare a “Squallor”, il nuovo album prodotto per Tempi Duri.
La storia di questo album inizia il 18 Marzo 2014, con l’uscita di “Dadaismo”, l’album di Deleterio. Mi chiederete, cosa c’entra tutto ciò con l’album di Fibra? Bene, da quell’album fu estratto un singolo, “Zombie”, il cui autore era proprio Fabri Fibra.
“Nessuno ti conosce innominato, non sei mai cresciuto sei un cartone animato. O la roba spacca / O l'artista scappa, via da qui e sparisce tipo in CecosloVacca!”
E i riferimenti al rapper Vacca erano tutt’altro che casuali, talmente poco casuali che di li a poco si scatenò una delle più grosse battaglie in rime degli ultimi dieci anni. In una mezz’oretta di dissing, tra “Niente di Personale” e “Fatti da parte”, Fibra fa capire alla scena italiana perchè lui è arrivato in vetta, perché lui, e non un rapper qualsiasi, si trova in quel preciso punto . Tra le miriadi di parole uscite fuori da quel dissing, Fibra si fa uscire anche il nome del prossimo album, “Squallor”.
Non poteva essere un album normale, non è stato un album normale. “Squallor” è una risposta alla mediocrità generale che circonda da anni l’ambiente dell’Hip Hop italiano, quella stessa mediocrità che porta i vari rapper e il pubblico medio a insultare Fabri Fibra da almeno un decennio. Dopo tutte queste parole vi chiederete: “Ok, ma che tipo di album è stato Squallor”?
La prima cosa che risalta all’orecchio è che su quest’album è stato fatto un lavoro mostruoso sotto qualsiasi punto di vista: basi curate alla perfezione, rime mai banali, featuring azzeccati.
Le basi sono state affidate principalmente alle mani di D-Ross e di Medeline, con il riassemblaggio finale compiuto da Hit Boy. Probabilmente, da un punto di vista strumentale, ci troviamo di fronte al miglior album degli ultimi anni: il disco rappresenta a pieno quelle che sono le ultime tendenze musicali all’interno dell’ambiente. Fibra è riuscito a migliorare quell’esperimento già provato anni prima da altri rapper italiani, tracciando così una nuova strada su cui andare a sperimentare
Da un punto di vista tematico, il disco risulta essere molto completo: infatti ci troviamo di fronte a diversi lati di Fabri Fibra. Si passa dalla paura d’esser dimenticato dal suo personalissimo “Centro Commerciale” (“Amnesia”), al ricordare di come lui abbia fatto fare 100.000 euro ad un personaggio come Moreno (“Squallor”). Non mancano pezzi più intimi da parte del rapper di Senigallia (“A volte”, “A casa”, “Alieno”, “Cosa avevi capito"), cosi come non mancano i soliti elogi al Dio Denaro (E.U.R.O.) e la solita critica alla condizione del nostro paese (“E tu ci convivi”, “Voglio Sapere”, "Playboy"). La parte più interessante è la critica di Fibra al “Rap del mio paese”, in cui vengono presi di mira alcuni personaggi della scena (in particolare Fedez), e le citazioni ai vari Tormento, Neffa, Ghemon, Primo, ecc.
Tra i featuring troviamo Youssuopha, Guè Pequeno, Gel, Lucariello, Marracash, Clementino, Salmo, Nitro, Gemitaiz e Madman: le scelte sono state tutte molto azzeccate e contribuiscono a rendere l’album estremamente interessante e privo di momenti di noia. La scelta di prendere cosi tanti artisti nel disco mi fa venire una riflessione: evidentemente, vedendo anche la struttura del nuovo album di Clementino, la scelta di far uscire l’album all’improvviso un minimo di spavento l’ha provocato, spavento per l’appunto esorcizzato inserendo quelli che (escluso Noyz) attualmente fanno vendere di più in Italia.
Nel complesso ci troviamo di fronte ad un lavoro pulito, completo, interessante, che può realmente essere, insieme al nuovo album di Marracash, il “blockbuster” di questo 2015. Fibra con questo nuovo lavoro porta la scena su di un altro livello, riuscendo finalmente ad esorcizzare quegli angoli oscuri in cui molti prima di lui avevano fallito. Ha fatto la storia dieci anni fa, la continua a fare oggi, arrivando sempre un passo prima degli altri. Ve ne straconsigliamo l’acquisto, disco da ricordare!