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E allora balliamo: dischi da ombrellone per la vostra estate dimmerda!

Estate_Dimmerda

L'estate è iniziata, qualcuno è già partito verso altri lidi, qualcuno (come il sottoscritto) è ancora a casa a fare la muffa in città in un pendolo continuo tra noia e sudore (non ancora per molto però), qualcun altro invece il mare - e in generale le vacanze - non le vedrà neanche con il binocolo, ma è comunque estate e ogni stagione estiva merita i propri tormentoni. Ecco qui alcuni consigli per l'ascolto, dischi che magari non avete ancora avuto modo apprezzare, presi dallo studio, dal lavoro, o dal cercare di limonare la prima disperata che trovate in discoteca in preda ai fumi dell'alcool. 

Thot Breaker - Chief Keef

La scena americana, propone all'incirca un'uscita rilevante a settimana, ed è molto difficile stare dietro a tutto. Ecco che quindi il nuovo mixtape di Chief Keef è passato in sordina pur trattandosi di un lavoro estremamente valido, il prodigio del drill di Chicago stupisce tutti i suoi fan con un disco delicato e piacevole, le sonorità ghetto vengono messe da parte, spingendosi verso una musica che ci fa quasi pensare, (in alcuni passaggi) ad un r'n'b spensierato e sereno. Protagoniste indiscusse del disco (come si vede anche dalla copertina) sono le donne - e il rapporto che il rapper ha con esse - alle volte più complicato, come dice in "Grab a Star", altre volte più romantico e nostalgico, come in "Whoa" dove torna a parlare con una sua vecchia fiamma.

Un maestro del drill che si reinventa e cerca di spingersi oltre i suoi canoni estetici.  

Flower Boy - Tyler the Creator

Questo secondo disco lo metto per dovere di cronaca, ma voglio ben sperare che sia già fisso nella playlist di spotify di molti. Tyler the Creator, leader di Odd Future, è finalmente tornato dopo due anni da "Cherry Bomb", e come volevasi dimostrare da uno dei personaggi più geniali e controversi della scena musicale contemporanea, non c’è l’ombra della moda, della tendenza, del voler seguire le sonorità più affermate per cercare di cavalcare l’onda, quanto piuttosto la ricerca di un sound che risulti diverso ma contemporaneo. Tyler si dimostra, per l’ennesima volta, un ricercatore, una mente perennemente al lavoro, con un album complesso a livello sia di testi che di sonorità, testimonianza ne sono i diversi flow che utilizza durante l’ascolto, le produzioni sempre interessanti e fresche ma anche i diversi featuring, che passano da personaggi più noti come Asap Rocky, Lil Wayne e Frank Ocean, per arrivare a volti meno noti come Estelle, Jaden Smith e Kali Uchis. Guess who’s back!

Jungle Rules - French Montana

Vi do un dato: sapete quante volte ho ascoltato “Unforgettable” di French Montana ft. Swae Lee? Tra Spotify e YouTube almeno una quarantina. Il mio rapporto con French Montana è di odio e amore perchè in lui trovo tutto ciò che amo e odio del rap contemporaneo. Il rapper marocchino, rappresenta la sintesi perfetta di tutto ciò che viene rimproverato, ma anche adorato, della scena hip hop attuale, produzioni magnifiche ma testi di un’inconsistenza disarmante. Quest’uomo sono anni che parla delle medesime cose ma lo fa benissimo, è generico e banale ma i beat sono quelli giusti, i featuring altrettanto con Quavo, Travis Scott, Future, The Weeknd, Young Thug per arrivare a T.I e Pharrel, ma anche altri; per questo lo inserisco in questa lista. Se volete un disco noioso che però vi faccia ballare e vi faccia sognare di essere a Miami con una bottiglia di Armand de Brignac, mentre siete a Riccione con una bottiglia di limoncello, avete trovato il disco giusto. 

The Autobiography - Vic Mensa

Sono arrivato all’ascolto di questo disco con la puzza sotto il naso, di chi vede un ragazzino classe ’93, diventare uno dei pupilli di Kanye West (vedi “Wolves” in “The life of Pablo”) e uscire con Roc Nation al suo album d’esordio, che ha al suo interno featuring stellari ( Pusha T e Pharrel su tutti) e produttori da sogno. Sono arrivato con la spocchia di chi vuole una conferma. Alla fine ha avuto ragione lui, già dall’intro si capisce che Vic Mensa ha una gran voglia di raccontarsi, il titolo “The Autobiography” è azzeccato, si vede il desiderio di aprirsi verso gli altri e di parlare di se stesso, senza farsi troppi problemi se non con il filtro della musica a fare da mediatore. Il rapper di Chicago sa scrivere e lo sa fare molto bene, consigliassimo per chi voglia qualcosa di giovane ma dal sapore old school. 

Vibes - Styles P & Berner

Prima dicevo di come Vic Mensa sappia rappare, i signori che hanno creato questo disco sono un gradino superiore, per mille motivi: esperienza, provenienza storica differente ma anche una buona dose di attitudine personale. Sta di fatto che questa è una dose di Real Hip Hop direttamente in vena, risultando attuali senza per questo immergersi in un mare di merda, ma anzi, facendo un lavoro che riunisce il vecchio e il nuovo e nello scorrere delle 12 tracce troviamo, infatti, Jadakiss, B-Real, Scarface, ma anche Ty Dolla Sign, Dave East e Wiz Khalifa. True to the game!

Big Fish Theory - Vince Staples

Questo disco è il classico underrated che in Italia nessuno ascolta, uscito il 23 Giugno, è una piccola perla che ha avuto davvero troppa poca esposizione mediatica. Dopo le premesse gettate con il suo primo EP “Prima Donna”, Vince Staples crea un immaginario bellissimo attorno al suo nuovo album. Sonorità diverse e variegate che spaziano da un rap molto west side, per arrivare ad un’elettronica costruita a regola d’arte (vedi il featuring con Justin Vernon aka Bon Iver, ma anche un brano come “Bagbak”), in un’architettura di questo tipo si inserisce il suo modo di rappare, chiaro e definito, chirurgico in alcuni passaggi nei quali analizza le proprie emozioni e il proprio status. A chiudere il tutto ci sono i featuring che riguardano sia i rapper tra i quali Asap Rocky e il solito Kendrick Lamar (che ormai fa pezzi anche con mia nonna), ma anche i produttori: ho già citato Justin Vernon ma ci sono anche Flume e campioni di Oneohtrix Point Never.

P.S. da lacrimuccia "Alyssa interlude" con la voce di Amy Winehouse. :'(

Win and Losses - Meek Mill

Dopo aver passato gli ultimi due anni a combattere contro tutti, Meek Mill si mette a nudo. Passati i dissing con Drake e la storia con Nicki Minaj, ecco un disco sincero e personale nel quale il rapper di Philadelphia decide di parlare delle proprie vittorie e sconfitte, dei propri sogni e più in generale della propria realtà. L’essere passato dal niente al tutto, inseguendo i propri sogni e la propria ambizione, si dimentica finalmente di essere la nemesi di Drake e fa quello che sa fare meglio, rappare di ciò che ha vissuto e di ciò che ha visto. Finalmente. 

Buona estate dimmerda dal sottoscritto che domani parte per la Sardegna!

 

Marco Bianchessi
Author: Marco Bianchessi
"Born sinner the opposite of a winner "(Biggie).