- Categoria: Interviste
- Scritto da Matteo
Pula+ - Intervista
In occasione dell'uscita dell'album Di Niente e Di Nessuno, HIPHOPREC.com intervista il rapper torinese Pula+.
1) Ciao Pula, "Di Niente e Di Nessuno" è il tuo nuovo album. Descrivicelo sia dal punto di vista lirico che da quello dei beats.
Ciao, liricamente è un album che ha come protagonista le emozioni. So che in Italia la parola emozione richiama principalmente l'ambito mieloso dell'amore, ma io per emozioni intendo tutto ciò che più sinceramente ti urla dentro e ti costringe a scrivere.
È un album dove la disillusione e la rabbia sono le protagoniste.
Riguardo le produzioni dei beat, alla fine è uscito un prodotto vario, eclettico, però sono sicuro che al tempo stesso è uscita una sola identità.
Ho chiamato diversi produttori, con alcuni ho collaborato di più (in primis Luda chiaramente, seguito da Squarta).
Ognuno di loro si è interfacciato alla perfezione con il mio stile e con le atmosfere del disco.
Non amo chiedere ad un produttore il classico zip con trenta basi per poi scegliere la mia preferita.
Preferisco avere un rapporto diretto, per chiedere una collaborazione che possa gratificare la mia attitudine e al tempo stesso quella del produttore.
Il disco suona vario, ma è chiuso in un'unica storia.
2) Come mai nella title track affermi "Non me ne frega niente, perchè io non sono niente e soprattutto perchè io non sono nessuno" ?
Per tanti anni mi sono chiesto chi fossi.
Semplice, nessuno. Come tutti.
Al giorno d'oggi è tutto azzerato, i politici come i vip sono persone nude, perchè per quanto si possano truccare, noi abbiamo sempre la possibilità di scoprire i vari loro retroscena, dal gossip alla politica.
Per le persone comuni le situazioni sono diverse ma il senso è lo stesso.
La gente ha perso l'idea di futuro, di inseguire i propri sogni. Non possiamo neanche fingere di vestirci eleganti, perchè tutti capiranno che quei vestiti li abbiamo presi da Zara durante i saldi.
Siamo tutti trasparenti, è come se fossimo tutti sempre nudi.
Io mi sento parte di questa nuova umanità.
Siamo tutti soli ma tutti assieme nell'esserlo. E in questi casi, quando scopri che al mondo non interessa nulla di te, inizi ad incattivirti e a pensarla come il mondo. Inizi a fregartene di tutti e tutto e pensare solo a te.
3) Nell'album sono presenti diverse sonorità, alcune suonate direttamente da te per esempio usando la chitarra, uno strumento non proprio hip hop. Come mai questa scelta ?
Ho conosciuto la musica con la chitarra, da piccolo.
In alcune tracce sono proprio io a suonare la chitarra. Circa tre anni fa mi venne voglia di fare un disco suonato, quindi ripresi la chitarra e iniziai a registrare dei provini al computer.
L'evoluzione di quelle tracce ha portato ad un disco rap, questo, ma variegato e pieno di sfumature. Inoltre devo dirti che io sono malato di curiosità, non riesco a controllare la mia voglia di sperimentare e credo che un disco sia l'occasione migliore per farlo.
4) In che senso "più passa il tempo più mi prendo giallo", frase nel ritornello di "Mi prendo giallo" ?
"Mi prendo giallo" è un'espressione torinese, o comunque della mia schiera di amici.
Significa "prendersi male", angosciarsi, rattristarsi.
Sono felice che tu mi abbia fatto una domanda su quella canzone, perché è uno dei pezzi che mi ha reso più libero nel farlo.
Infatti è tutta una liberazione quella canzone, dal ritornello fino al beat. Fondamentalmente è un testo nichilista, al tempo stesso però liberatorio. Non penso che nel complesso suoni come un pezzo negativo. A me suona come una liberazione a braccia aperte e occhi chiusi verso il cielo.
5) Rimanendo in tema di colori da cosa è nata l'idea di fare il pezzo "I tre colori" con Primo e Danti ?
Ero in studio con Luda, quella sera c'era anche Dj Fede.
Ascoltavamo dei vecchi 45 giri e ci passò quello che poi abbiamo campionato. Ci guardammo tutti negli occhi perchè era chiaro che avevamo a che fare con una potenziale Hit.
Luda si girò e fece subito la base, che successivamente mandammo a Danti e Primo, perché, oltre ad essere due nostri amici, sono anche due mc molto diversi tra loro (e anche diversi da me). Ciò nonostante artisticamente c'è molto feeling tra noi, per cui noi tre eravamo e siamo perfetti per una canzone del genere.
Ognuno racconta il suo colore a modo suo, ma siamo parte di un unico pezzo.
6) Come sono nate le collaborazioni con Fibra, Danti, Primo, Levante e Dj tsura, artisti che ti hanno affiancato in questo tuo nuovo album ?
Sono nate tutte dal bisogno di chiamare persone che stimo personalmente, prima che musicalmente.
Con Fabri ho già collaborato varie volte in passato ed è stato fondamentale per il mio percorso artistico.
Con Danti e Primo ci conosciamo da tempo e con entrambi ho fatto belle serate, fare qualcosa assieme è stato spontaneo.
Levante è una cantautrice di Torino di valore raro. Scrive, suona e canta e nel panorama cittadino (e non) è estremamente rispettata.
Dj Tsura è un altro amico, in più era da tempo che volevo chiamarlo in una mia canzone, lo trovo un artista di alto livello.
7) A parte l'evidente gioco di parole, spiegaci da cosa nasce la decisione di fare un "Discopunk".
Discopunk è la pecora nera del disco, è nata per gioco.
Il senso del pezzo potrebbe chiudersi nella barra "faccio un pezzo così zarro ogni morte di papa, Ratzinger io mi darei una toccata".
Non sono solito fare queste canzoni, quando Tyrelli mi passò il beat era un periodo in cui scrivevo solo pezzi tristi, profondi, forse troppo.
Sentire il beat di Discopunk è stato come dire "sai che c'è? Che voglio fare una zarrata".
Detto questo, sono un maniaco dei significati nascosti, per cui anche sotto la natura ludica del pezzo, c'è un significato più profondo che si intravede in alcune barre del pezzo, come nella fine della seconda strofa.
8) A cosa è dovuta la decisione di mettere la skit 7.07 registrata a tua insaputa ?
Sono stato registrato a mia insaputa dalla mia ragazza, tra di noi nascono spesso discorsi di quel tipo. Soprattutto per colpa mia, che a volte mi lascio andare inesorabilmente alla depressione (ahahahah).
Dopo essermi sfogato, Claudia mi disse "ho registrato tutto, così ti riascolti e puoi vedere che effetto ti fa sentirti dire certe cose".
Ero entusiasta, le continuo a ripetere che quello è il regalo più grande che mi ha fatto.
Ho deciso di metterlo nell'album perché è giusto che la gente sappia che tutti abbiamo alcuni momenti, tutti facciamo alcuni pensieri.
Non voglio seguire il trend del rapper infallibile, del duro che non deve chiedere mai.
La mia forza sta nei miei dubbi e nel condividerli.
9) E' da 10 anni che sei sulla scena dell' hip hop italiano. Raccontaci in poche parole come si è sviluppata la tua carriera da rapper.
Se avessi saputo leccare qualche culo in più avrei bruciato qualche tappa. È un modo di fare parecchio comune in Italia, ma per me è sempre stato fondamentale farmi conoscere per la mia musica, prima che per la mia lingua sulle natiche altrui.
Per cui con gli anni ho proseguito per la mia strada e la gente, gli addetti al settore, i colleghi, hanno iniziato a notarmi.
Tutto il resto è un mix di gioie e dolori.
10) Com'è avere tra i più grandi estimatori colui che sta portando il rap italiano alla ribalta nazionale, ossia Fabri Fibra ?
È un punto di svolta. Conoscere Fabri e avere la sua stima per me è stato come capire che quello che facevo aveva un senso.
Per questo consiglio ai nuovi artisti, di cercare un confronto con altri personaggi con più esperienza di loro.
Non basta chiedere il parere ai propri amici, cercate il vostro rapper preferito, un'etichetta. Mandate mail, bussate alle porte senza vergognarvi di farlo.
State cercando di far sentire la vostra musica, questo è onorabile.
Però la prima decisione deve essere la vostra, siate oggettivi, dovete essere certi in primis voi che la vostra musica possa valere già l'attenzione degli altri.
11) Hai già in mente lavori futuri ? Puoi parlarci del progetto Tutti Santi?
Tutti Santi è prima di tutto un brand di vestiti, ora abbiamo pronta la prima linea di t-shirt.
Il concetto di Tutti Santi non è così diverso da "Di Niente E Di Nessuno".
In questo momento storico è anacronisto il Santo tipico dell'iconografia cristiana. Oggi di Santi se ne vedono tanti in giro.
Un genitori che con 1.500 euro al mese porta avanti una famiglia è un santo dei giorni nostri.
Noi vogliamo ridare ai Santi una forma smagliante, e dare al concetto di Tutti Santi un concetto più universale, più laico ma più reale.
Nel futuro vedo ancora "Di Niente E Di Nessuno", non voglio pensare subito ad un prossimo disco.
Sarebbe come essere in ospedale con tua moglie che sta per partorire, e tu pensi al nome del prossimo figlio e non di quello che avrai tra le braccia tra poche ore.
Non ha senso, ora c'è Di Niente E Di Nessuno, il resto arriverà naturalmente.
12) Info, contatti e saluti.
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Grazie, un caro saluto.