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- Scritto da Giuseppe
Tyler, The Creator - Cherry Bomb (recensione)
"Cherry Bomb" è il quarto disco del più celebre MC del collettivo alternative-rap Odd Future: Tyler, The Creator. L'MC di Los Angeles, nato Tyler Okonna, ci ha, coi precedenti album, abituati a esperimenti musicali nati dalla fusione, da un lato di basi e produzioni particolarmente dure e molto distanti da quelli che sono i suoni "classici" dell'hip hop americano e dall'altro di temi particolarmente scottanti trattati in modo molto "politicamente scorretto" che gli sono valsi numerose accuse di omofobia, misoginia e chi più ne ha più ne metta. "Cherry Bomb" prosegue solo in parte in questa direzione risultando un lavoro buono, omaggio ai fan di sempre e, al contempo, capace di catturare nuovi ascoltatori.
"Cherry Bomb" mette subito in chiaro di essere frutto del lavoro di un Tyler ben diverso da quello che abbiamo conosciuto in passato. Come detto i vecchi dischi dell'MC erano, tematicamente parlando, caratterizzati da contenuti violenti con continui riferimenti ad atti di violenza sulle donne, attacchi verbali agli omosessuali, stupri e così via. A tutto ciò faceva da cornice la perenne, cupa e violenta depressione di Tyler che ha sempre dipinto se stesso nel modo più oscuro possibile. Questa atmosfera passava ovviamente anche dalle produzioni, cupe tanto quanto le tematiche del disco e generalmente opera dello stesso MC. Ecco. Tutto ciò è cambiato in questo disco. "Cherry Bomb" è l'espressione di un Tyler che si è lasciato alle spalle la depressione e il pessimismo caratterizzanti i lavori precedenti, mostrando un lato di se che, in alcuni momenti, risulta essere quasi gioioso. Sia chiaro, questo non vuol dire che ci troviamo davanti un disco di Pharrell: le tracce violente che tanta gente hanno catturato sono ancora presenti, si veda la fantastica intro del disco "Dethcamp". Le produzioni, come da tradizione, sono curatissime e hanno importanza tanto quanto le strofe, basti pensare che la title track, "Cherry Bomb", era inizialmente prevista come una traccia senza strofe, incise solo successivamente e con volume molto più basso rispetto al beat. In questo disco, proprio per la maggiore varietà di tematiche, troviamo una grande varietà di produzioni (tutte dello stesso Tyler), tanto da correre forse il rischio di togliere coesione al disco, ma questo è l'unico difetto imputabile al lavoro di Tyler come producer. In conclusione una nota di merito va alla traccia "Smuckers" con Lil Wayne e Kanye West, è da tempo che i 2 giganti non regalavano strofe tanto pregevoli (sopratutto Lil Wayne). Buona inoltre la partecipazione di SchoolBoy Q nella traccia "The Brown Stains of Darkeese Latifah Part 6-12 (Remix)".
Tyler, The Creator ci consegna un quarto disco di buon livello mostrando la capacità di evolvere la propria musica e, sopratutto, la propria persona pur non stravolgendo lo stile che lo ha reso celebre (e che sicuramente, per la sua particolarità, non potrà piacere a tutti). L'unico appunto è forse la coesione non eccezionale del sound del disco, ma essendo una cosa voluta direttamente da Tyler sarebbe ingiusta considerarla come un vero e proprio difetto. Dategli un ascolto, potrebbe catturarvi.