- Categoria: Recensioni
- Scritto da Gianluca
Don Diegoh e Ice One - Latte e Sangue (recensione)
Crotone è terra calda, città che forse rappresenta meglio d’ogni altra l’anima dell’universo Calabro. E proprio dal ventre bollente di questa meravigliosa terra che viene fuori un ragazzo di nome Diego, un giovane calabrese come tanti altri in cerca di una svolta. E la svolta lui decide di trovarla inserendo al fianco sinistro del suo nome il prefisso “Don” (e Dio solo sa quanti ricordi evoca questo nome a noi amanti di “Zorro”, ma questa è tutta un’altra storia) e cosi inizia una personalissima battaglia contro la realtà che lo circonda, contro se stesso, e lo fa sfruttando a pieno quello che è il suo talento migliore: incastrare rime. Don Diegoh rappresenta l’evoluzione del rap calabrese, prosegue quel cammino iniziato due decenni fa da Lugi e continuato nel tempo da gente come Turi, Dj Marcio e Mirko Kiave. Diego è l’evoluzione che ad un certo momento del suo percorso incontra i fasti del passato. Infatti, nella città “che non fa sentire a casa manco chi c’è nato”, ossia Roma, nel 2013 Diego incontra la leggenda vivente dell’hiphop italiano, Mr. Ice One, precursore assoluto del genere in Italia. E il rapporto tra vecchio e nuovo deve essere andato proprio bene, visto che il 9 Ottobre 2015 esce “Latte e Sangue”, disco ufficiale di Don Diegoh interamente (quasi) prodotto da Ice One!
Dal punto di vista tematico, il disco è molto denso: va ascoltato più volte per coglierne a pieno ogni sfumatura. Due sono le strutture organizzate dal rapper di Crotone: la descrizione di situazioni reali, come può essere un rapporto con il padre (“Ciao Pa”), oppure il rapporto con la propria terra natia (“Compà”, interamente rappato in calabrese), o anche la descrizione delle “Barche” e da li far partire un confronto tra generazioni. L’altro elemento tematico riguarda il continuo richiamo alla Golden Age del rap italiano: in ogni pezzo sono riuscito a cogliere una citazione di Neffa, o di Kaos, o di Gruff, o di Joe. Va benissimo ricordare le radici, ma ripetere all’infinito alcuni elementi può risultare stancante talvolta.
Per quanto riguarda i beatz, le produzioni sono state interamente affidate ad Ice One (tranne per “Lettera d’amore” prodotta da Weirdo): questa è sicuramente la nota più piacevole dell’intero disco. Che il buon vecchio Seby fosse un autentico maestro del quinto elemento, era storia risaputa, ma che addirittura riuscisse a tirare delle basi cosi forti, cosi funk, cosi autentiche in un periodo in cui, in questa scena, di autentico c’è ben poco, non era facilmente immaginabile. Riesce ad adattarsi perfettamente ai tempi che stiamo vivendo, creando un’impalcatura perfetta per un lavoro di questo tipo.
La scelta dei featuring è stata molto oculata, nel senso che si è lavorato bene affinchè si capisse che è Diego il vero protagonista del disco, nonostante i nomi ingombranti che lo affiancano nel disco. Abbiamo il Danno, Mirko Kiave, Chef Ragoo, Il Turco (perfetto per una traccia come “Latte e Sangue”), ed infine E-Green e Masito (che tirano fuori il pezzo più bello dell’album). Ai ritornelli troviamo Shorty, Francesco Paura (in un’annata SPAVENTOSA) e Eman (gran ritornello!), mentre hanno collaborato ad alcuni pezzi anche Dj Argento, Dj Baro e Dj Ntrippo.
In definitiva, il disco rispetta pienamente le aspettative, è un gran lavoro curato nel dettaglio in cui sono presenti molti elementi positivi e qualche piccola nota stonata, che però non leva nulla al frutto di questa grandissima accoppiata!