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- Scritto da Mattia
Per la mia gente (For my People) - Bassi Maestro, Ghemon, Marco Polo - (Recensione)
“Per la mia gente (For my people)” arriva come una botta in testa, una mazzata nel plesso solare che deve per forza di cose fare aprire gli occhi oltre alle orecchie, che non preoccupatevi, faranno da sole. “Per la mia gente” salva la situazione, in un periodo quasi drammatico per la scena italiana in cui la passione si è trovata in bilico sul baratro delle opinioni combattenti tra new generations ed old school. “Per la mia gente” è un’atomica che toglie la pressione, rade al suolo tutto e riparte da zero. Sto esagerando? No. E ora vediamo il perché.
“Per la mia gente” si compone di 3 elementi fondamentali:
Il primo ha il nome di Bassi Maestro: non ha bisogno di presentazioni per quanto ha fatto dato e raccontato. Se negli ultimi lavori sembrava in difficoltà, Bassi in queste 7 tracce si reinventa e sono applausi. E’ tornato il king che conoscevamo. Rinato.
Il secondo nome è quello di Ghemon, meglio conosciuto come lo Zingarelli del rap italiano. Gianluca Picariello è un frullato di parole inventiva e incastri, un libro che è prosa e poesia, mai banale, che con rime sempre a cavallo tra cultura e metrica costruita alla perfezione sfuma il tutto in maniera sensazionale. Superlativo.
L’ultimo elemento è quello di Marco Polo, il beatmaker da Toronto trasferitosi a New York, che dall’inizio alla fine sforna tappeti sonori perfetti, che sanno di grattacieli d’america e neve canadese. Il suono d’oltreoceano che si fonde con le voci italiane, in un mix che rende vicino ciò che tante volte a livello musicale ci è sembrato solo un traguardo irraggiungibile.
Gli argomenti sono tanti, dalla sfocata critica di “Meglio che chiedi a qualcuno”, sesso e amore in “Niente di buono” (pezzo solo di Ghemon) fino al manifesto di “Rap Vero” (solo di Bassi) in cui si aggiunge anche il tocco di Dj Shocca. Tutto si chiude con il botto stratosferico di “Get Live!” dove troviamo il featuring di Torae, grande amico e collaboratore di Marco Polo. Una track che non ha bisogno di esser descritta, ma solo di essere ascoltata.
“Per la mia Gente (For my people)” ha il fattore Brooklyn, la passione italiana, lo strapotere fisico delle rime e il calore della nostra lingua che rende tutto più nostro. Ghemon e Bassi, non deludono. Ascoltare e imparare, perché qui non si tratta dei ’90 o del presente, si tratta di musica fatta come merita, che non lascia spazio alle lotte e al tempo. Giù il cappello.